20 aprile 2024
Aggiornato 09:30
La Cia lancia l’allarme

Il «caro gasolio» manda in rosso le imprese agricole

E per l’intero 2011 si prospetta un costo aggiuntivo di oltre 2 miliardi di euro. Subito l’accisa zero

ROMA - Il «caro gasolio» sta mettendo in seria crisi le imprese agricole, mandando «in rosso» i bilanci. I continui rincari del carburante (il cui prezzo supera ormai un euro al litro) hanno effetti devastanti nel settore. E sono le serre che in questi mesi hanno subito i danni più pesanti. Ma anche per le altre aziende è emergenza piena. Secondo le prime stime, c’è il rischio che a fine 2011 l’intero mondo agricolo sia costretto a sostenere un costo aggiuntivo di oltre 2 miliardi di euro, determinato proprio dai rialzi dei prodotti petroliferi. E’ quanto sottolinea la Cia-Confederazione italiana agricoltori in occasione del nuovo record storico registrato dal prezzo della benzina nel nostro Paese.

RISCHI PER LE IMPRESE - Di fronte a un’escalation del genere -avverte la Cia- c’è il fondato pericolo che migliaia di imprese possano uscire dal mercato. A rendere più difficile la situazione per l’agricoltura c’è l’abolizione, nel novembre del 2009, delle agevolazioni (l’accisa zero) sull’acquisto di gasolio per le serre.
Oltretutto, sia la stagione invernale che quella primaverile hanno lasciato il segno. Soprattutto da parte delle serre è cresciuto il ricorso al riscaldamento delle strutture e ciò ha fatto registrare un incremento di consumi di carburanti, con il relativo aggravio per la gestione aziendale. Non solo. In questo periodo di grandi raccolte, l’utilizzo massiccio di macchinari provoca gravi problemi di carattere economico per le imprese agricole, che già fanno i conti con costi produttivi pesanti e con prezzi non certo remunerativi.
Per questa ragione, la Cia rinnova la sua richiesta per la reintroduzione del «bonus gasolio» per le serre e la sua ’estensione per tutte le aziende agricole, in considerazione dei gravosi oneri che attualmente sono costrette a sostenere.