29 marzo 2024
Aggiornato 08:00
Acli Terra e Rete Fattorie Sociali

L’agricoltura sociale riqualifica il welfare locale

«L’iniziativa dei deputati del PD, Susanna Cenni e Massimo Fiorio, è quanto mai opportuna e incontra il nostro plauso»

ROMA - «L’iniziativa dei deputati del PD, Susanna Cenni e Massimo Fiorio, di approfondire le problematiche dell’agricoltura sociale, con un viaggio in diverse regioni italiane per incontrare operatori e visitare fattorie sociali, è quanto mai opportuna e incontra il nostro plauso». Lo dichiarano Michele Zannini, presidente di Acli Terra, e Alfonso Pascale, presidente di Rete Fattorie Sociali, con una nota congiunta in cui sottolineano l’esigenza di un’attenzione delle istituzioni nei confronti di una realtà originale che sta sempre più espandendosi nel nostro Paese.

«L’agricoltura sociale – rilevano Pascale e Zannini - costituisce un’opportunità per riqualificare il welfare locale in quanto mette in gioco risorse inusuali, come quelle ambientali e produttive, e legami comunitari fondati sulla reciprocità e informalità, che consentono di incrementare i servizi socio-educativi all’infanzia, diversificare e personalizzare con maggiore flessibilità i servizi alla persona e realizzare percorsi inclusivi efficaci».

«Nello stesso tempo, è un’occasione – continua la nota di Acli Terra e Rete Fattorie Sociali - per declinare in modo originale la multifunzionalità dell’agricoltura, ampliandola al campo del sociale, e di conseguenza accrescere la reputazione e la competitività delle aziende agricole».

«E’ auspicabile – concludono Zannini e Pascale - che il Parlamento svolga un’indagine conoscitiva sull’agricoltura sociale, coinvolgendo le realtà operative, le diverse organizzazioni di rappresentanza e i centri di ricerca, per cogliere le varie sfaccettature del fenomeno, la cui eterogeneità ne costituisce il tratto peculiare e al tempo stesso la ricchezza; si potranno così formulare chiari indirizzi programmatici nazionali al fine di evitare normative regionali estemporanee, spesso del tutto incoerenti con le reali esigenze degli operatori e delle comunità locali».