19 aprile 2024
Aggiornato 01:30
Rapporto SVIMEZ

Il Pil del Sud vale il 60% di quello del Nord

In 150 anni gap sempre più ampio. Dai '70 tasso industrializzazione è metà del centro nord

ROMA - L'andamento del Pil pro-capite del Mezzogiorno rispetto al Nord ha subito, dall'Unità d'Italia ad oggi, un vero e proprio crollo sino al 1951 per poi registrare una crescita discontinua negli anni seguenti con una lieve ripresa a partire dal '99. Oggi il Pil del Sud vale solo il 60% di quello del Nord. Lo rileva un rapporto dello Svimez che mette a confronto le statistiche italiane, Nord e Sud, 'dal 1861 al 2011' e che, nella lettura degli indicatori economici, restituisce la fotografia di un Mezzogiorno in affanno.

Il tasso di occupazione del Sud, dal 1950 ad oggi, ha visto crescere progressivamente il gap con il Nord. Un divario, ha spiegato il vicedirettore Luca Bianchi, che si è ampliato soprattutto a partire dal 1973. Da quella data, «si sviluppa soprattutto l'industria del Nord e i posti di lavoro che si perdono nell'agricoltura non si riescono a recuperare negli altri settori». La situazione non è esplosa «solo grazie allo sfogo dell'emigrazione che ha visto in quegli anni andare via oltre 2 milioni e mezzo di persone» e che oggi portano nuovamente i talenti lontano.

Al palo l'industria, in seguito alla brusca battuta d'arresto avvenuta dopo gli anni '70 quando i grandi impianti delle aziende più importanti del Paese cominciano a chiudere i battenti dopo aver alimentato la speranza di un nuovo futuro, e alcuni di questi vengono ribattezzati «cattedrali nel deserto». «Nel 1860 - ha affermato Bianchi - in realtà c'era una quantità di insediamenti industriali simile tra Nord e Sud. Poi alla fine dell'Ottocento e ai primi del Novecento inizia lo sviluppo del grande triangolo industriale (Milano-Torino-Genova) e da quel momento il Mezzogiorno non riesce più a tenere il passo. L'unica fase di recupero è tra gli anni '50 e il '73. Poi comincia a perdere di nuovo e comunque il tasso di industrializzazione del Mezzogiorno resterà la metà di quello del Centro-Nord».

Un trend simile sugli investimenti: a partire dalla metà degli anni '80 subiscono un calo quando la politica per il Sud cambia natura e viene dirottata «verso interventi di carattere assistenziale» che non guardano allo sviluppo del territorio. (Segue)