Scalata Lactalis su Parmalat, indagati 2 manager marito e moglie
Fabio Canè risponde di insider trading e la consorte di aggiotaggio
ROMA - L'inchiesta sull'acquisizione del 15 per cento di Parmalat da parte di Lactalis non è più contro ignoti. Fabio Canè di Intesa San Paolo risponde di insider trading, la moglie di Canè, Patrizia Micucci, di Societè General, Massimo Rossi, candidato al Cda di Parmalat per i fondi di investimento e Carlo Salvatori, di Lazard, sono accusati di aggiotaggio. La procura ha fatto perquisire dalla Gdf tutte le società coinvolte a vario titolo nell'operazione, da Societè General e Credit Agricole, da Image Building a Brunswick da Banca Intesa a Lazard.
LAVORO SOLO ALL'INIZIO - Fonti della procura di Milano che aveva aperto l'inchiesta a marzo scorso fanno sapere che il lavoro è solo all'inizio e che gli indizi di cui l'ufficio dispone adesso non basterebbero a sostenere una richiesta di processo. Saranno decisivi ulteriori accertamenti. Insomma l'accusa ci va con molta cautela nella consapevolezza di avere per ora dei semplici sospetti. Anche se ovviamente l'indagine viene considerata doverosa. «Per noi era doverosa - dicono in procura - anche l'inchiesta per aggiotaggio sulle banche estere rispetto al crac di Parmalat poi finita in primo grado con l'assoluzione e aspettiamo di leggere le motivazioni per decidere se fare appello. Insomma, anche in questo caso Lactalis indaghiamo e poi si vedrà».
L'ACCUSA - L'insider trading secondo la procura si sarebbe consumato tra il 18 e il 22 di marzo scorso quando all'interno della cordata italiana coordinata da Banca Intesa si parlava del prezzo deciso per la compravendita delle azioni Parmalat. Secondo la procura Canè di Intesa San Paolo conosceva il prezzo e lo avrebbe spifferato alla moglie Patrizia Micucci che seguiva la stessa vicenda per conto di Societè General, advisor di Lactalis che poi compra l'ormai famoso 15 per cento per arrivare a detenere il 29 per conto dell'azienda di Collecchio. Di qui l'accusa di insider trading per Canè. L'aggiotaggio invece riguarda i sospetti della procura sul comunicato emesso dai fondi il 26 gennaio. I fondi rispondendo alla richiesta specifica della Consob affermano di aver aderito a un patto di sindacato quando prima avevano detto di puntare su un piano industriale con una strategia di sviluppo. L'accordo invece sarebbe servito per andare in assemblea e tesaurizzare. La procura punta sull'incongruenza e la contraddittorietà del comportamento dei fondi alla luce del fatto che il 21 marzo Societè General con Lactalis acquista il pacchetto di titoli.