19 aprile 2024
Aggiornato 10:30
Intervista esclusiva di Veronafiere al ministro delle Politiche agricole

Romano: «Bioenergie leva per la competitività»

Il Ministro sottolinea le priorità dell’agricoltura: prima le attività destinate all’alimentazione (food e feed), poi quelle energetiche

VERONA - «Quella della bioenergie può e deve essere una fonte di reddito complementare per gli agricoltori, ma non deve in nessun modo sostituire quello derivante dalla produzione agricola destinata all’uso alimentare: per il nostro Governo rappresenta un punto fermo». In sintesi: «Le energie da fonti rinnovabili agricole sono una leva per la competitività». Per il ministro delle Politiche agricole, Saverio Romano, la barra del timone è puntata su un principio di complementarietà delle agroenergie all’agricoltura, intesa in senso più ampio. Così infatti afferma in un’intervista rilasciata a Veronafiere, in occasione di Bioenergy Expo, il salone dedicato alle fonti rinnovabili in agricoltura, al via oggi (e fino a venerdì) in partnership con Solarexpo. L’intervista integrale rilasciata dal ministro Romano a Veronafiere è sul sito www.bioenergyexpo2011.com.

La ricetta vincente per le energie verdi in agricoltura, secondo Romano è dato da un mix calibrato, in cui giochi un ruolo fondamentale «la filiera corta per soddisfare il fabbisogno energetico delle aziende, ma anche per fornire ai produttori un reddito complementare e allo stesso tempo tutelare la produzione agricola, il paesaggio e l’ambiente».
Resta da risolvere il nodo della coesistenza fra produzioni agroenergetiche e quelle destinate all’alimentazione (food così come feed). Un punto sul quale il ministro raccomanda di evitare «posizioni preconcette». L’Italia «deve fare i conti con una quantità limitata di terreno agricolo. Per questo è fondamentale lavorare a una adeguata pianificazione dei bacini agroenergetici, alla quale segua un attento lavoro di controllo e indirizzo. La valorizzazione agroenergetica dei sottoprodotti può tradurre in reddito quelli che oggi rappresentano costi per le imprese, contribuendo anche ad innalzare la compatibilità ambientale delle attività agricole ed agroalimentari».

Per non restare fanalino di coda nella produzione di energia pulita, molta attenzione va dedicata alla fase di start-up, «anche garantendo una sorta di «via preferenziale» dal punto di vista burocratico». Ma attenzione, per il ministro Romano, «a non confondere la volontà della pubblica amministrazione di controllare l’effettiva realizzazione degli impianti con un «accanimento burocratico»».
Positiva la proposta del collega all’Economia, Giulio Tremonti, di una politica comunitaria sulle rinnovabili. Dice infatti Romano: «Un’iniziativa assunta a livello europeo avrebbe un impatto maggiore, anche se sarebbe indispensabile calibrare nella maniera migliore un programma di questo tipo, adattandolo alle esigenze e alle caratteristiche di ogni singolo Stato».