3 ottobre 2025
Aggiornato 06:30
Nel 2011 un ulteriore «fardello» da oltre 2 miliardi di euro

Il «caro gasolio» stravolge i bilanci delle imprese agricole

Per la Cia la situazione è diventata insostenibile e non solo per le serre. Tutto il settore primario soffre i continui e vertiginosi aumenti dei prezzi dei prodotti petroliferi

ROMA - Il «caro gasolio» stravolge i bilanci delle imprese agricole. I continui aumenti del carburante (che ormai supera un euro al litro) stanno avendo effetti devastanti nel settore primario. Sono le serre a subire i danni maggiori. Ma anche per le altre aziende le difficoltà sono notevoli. Secondo le prime stime, c’è il rischio che a fine 2011 l’intero mondo agricolo sia costretto a sostenere un ulteriore pesante «fardello» da oltre 2 miliardi di euro, determinato proprio dai quotidiani rialzi del petrolio. E’ quanto sottolinea la Cia-Confederazione italiana agricoltori preoccupata da un trend fortemente negativo che potrebbe avere conseguenze drammatiche per i nostri agricoltori che già fanno i conti con crescenti costi produttivi, burocratici e previdenziali e con prezzi sui campi che non sono certo remunerativi.

Davanti ad un’escalation del genere - avverte la Cia - c’è il fondato pericolo che migliaia di imprese possano uscire dal mercato. Nello scorso anno, d’altra parte, a causa di oneri pesantissimi, di difficoltà strutturali e di una totale mancanza di competitività, più di 25 mila aziende sono state costrette a chiudere i battenti. Ad aggravare la situazione per l’agricoltura, è intervenuta l’abolizione, nel novembre del 2009, delle agevolazioni (l’accisa zero) sull’acquisto di gasolio per le serre. Una decisione sorta in seguito ad un contenzioso con l’Ue, ma che, nonostante le tante promesse fatte dal governo in più di un anno e mezzo, non è stato assolutamente risolta. Eppure le occasioni per intervenire, a cominciare dalla legge di stabilità al «Milleproroghe» (tanto per citarne alcune), ci sono state. Purtroppo, non abbiamo visto nulla.

Oltretutto, la stagione invernale, appena passata, ha lasciato il segno. Soprattutto, da parte delle serre è cresciuto il ricorso al riscaldamento delle strutture e ciò ha determinato un incremento di consumi di carburanti, con il relativo aggravio nella gestione aziendale. Non solo. Gli ormai imminenti lavori primaverili nelle campagne e l’utilizzo massiccio di macchinari, specialmente durante il periodo delle grandi raccolte, causano nuovi pressanti problemi di carattere economico per le imprese agricole nel loro complesso.
Per questa ragione, la Cia chiede non solo la reintroduzione ma anche l’estensione del «bonus gasolio» per tutte le aziende agricole, in considerazione dei gravosi oneri produttivi e contributivi che sono costrette a sostenere. Un intervento che sia compatibile con le norme Ue ed eviti così un’ulteriore querelle. Una misura, quindi, che sia in grado di garantire un futuro alle imprese italiane che operano nell’orto-florovivaismo e non solo.
D’altra parte, l’agevolazione -ricorda la Cia- fu introdotta per contenere i pesanti effetti del «caro-gasolio», le cui quotazioni stanno avendo ora una nuova impennata e vanno ad incidere sulla gestione delle serre. Appare, quindi, assurdo che l’«accisa zero» sia stata cancellata, provocando danni incalcolabili.