29 marzo 2024
Aggiornato 00:00
Nucleare

Ambientalisti e viola in piazza contro moratoria: «E' una farsa!»

Sit in davanti a palazzo Chigi e proteste a Montecitorio di: Verdi, Legambiente, Wwf e Greenpace

ROMA - Bandiere ambientaliste e striscioni viola si sono sommati in piazza, prima davanti a palazzo Chigi nei pressi della Galleria Colonna, e poi in piazza Montecitorio contro la posizione del Governo sul nucleare avallata stamani dal Consiglio dei Ministri e in contemporanea con le risposte in aula alla Camera del ministro dello Sviluppo Paolo Romani sulla moratoria di un anno e la posizione rispetto ai tagli agli incentivi a favore delle energie rinnovabili.

GLI AMBIENTALISTI - Verdi, Legambiente, Wwf, Greenpeace e Viola, con slogan «Vogliamo eliminare, non rinviare», cori, manifesti e striscioni «Governo nucleare», accusano la moratoria sul nucleare del Governo Berlusconi «una presa in giro e una farsa», finalizzata solo a far scavallare i referendum di giugno, nella speranza di disincentivare la partecipazione al voto e non far raggiungere il quorum. Di contro, i manifestanti chiedono a Governo e Parlamento «scelte chiare e definitive» che siano da un lato di «abbandono del ritorno dell'Italia al nucleare e di espansione delle energie rinnovabili».

MASCIA - «Il Giappone - ha detto ai giornalisti Gianfranco Mascia- ci ha insegnato purtroppo che una pura illusione parlare e pensare in termini di 'nucleare sicuro'. Né tantomeno potrà mai esserlo sul territorio italiano. L'Italia ha il vantaggio, grazie al referendum che la legge di questo governo ha voluto archiviare, di non avere centrali nucleari in funzioni: sarebbe da pazzi costruirle ora, ignorando gli insegnamenti di qusti giorni. Rinviare di un anno il ritorno dell'Italia al nucleare non cambia assolutamente nulla. Sono le scelte di politica energetica a dover cambiare: potenziare le rinnovabili, anziché tagliarne gli incentivi. Confidiamo che una netta vittoria al referendum di cui il Governo ha una fifa blu e che è la sola ragione che lo ha indotto alla moratoria, trasformi lo stop in un no definitivo al nucleare e ai suoi rischi».