Tavolo istituzionale sul costo dell’acqua in Puglia
La regione Puglia si impegna affinchè vengano riviste le tariffe e congelati i conguagli
BARI - Realizzazione di un accordo di programma per la gestione dell’intero bacino idrografico meridionale. Riapertura del negoziato con la Regione Basilicata. Revisione tariffaria del costo dell’acqua. Sono in sintesi le risultanze del tavolo istituzionale, convocato su iniziativa dell’Assessore regionale alle Risorse Agroalimentari, Dario Stefàno, a cui hanno partecipato gli Assessori alle Opere Pubbliche, Fabiano Amati, al Bilancio, Michele Pelillo, all’Ecologia e Bonifiche, Lorenzo Nicastro, e i rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole.
«Siamo riusciti ad ottenere – spiega il Direttore della Coldiretti Puglia, Antonio De Concilio – l’impegno degli Assessori ad individuare una soluzione tecnica che possa congelare i conguagli pregressi, nati dal passaggio esorbitante delle cartelle dai 485 euro ai 1.237 euro di tariffa. Del resto l’obiettivo primario resta la certezza della disponibilità e l’esigenza di un forte impegno governativo alla realizzazione di progetti strutturali».
Tra l’altro, per addivenire a soluzioni del tutto condivise, la Regione Puglia ha chiesto un supporto dell’organizzazione a livello nazionale, richiesta di cui il Presidente della Coldiretti Puglia, Pietro Salcuni, si è fatto immediatamente carico, sottoponendola all’attenzione della 6^ Conferenza Programmatica dell’Associazione Nazionale delle Bonifiche, riunita al contempo a Grosseto.
«Un imprenditore agricolo della provincia jonica – denuncia il Presidente della Coldiretti di Taranto, Paolo Nigro - deve pagare 1.237 euro per ogni ettaro coltivato, ogni 10 giorni, da maggio ad ottobre, a prescindere dall’effettivo consumo di acqua. Un imprenditore agricolo della Basilicata, invece, paga 6 centesimi di euro. Si tratta di una differenza enorme. Improcrastinabile riaprire il negoziato con la Regione Basilicata e con le altre Regioni che danno acqua alla Puglia per rendere più efficace il sistema idrico, procedere alla realizzazione di infrastrutture adeguate e rivedere il costo del presunto danno ambientale che la Puglia si trova a pagare alla Basilicata, spesso e volentieri per acqua che va a finire a mare».
I costi irrigui a carico degli agricoltori sono una enormità e incidono direttamente sulle spese di gestione dell’attività produttiva e, quindi, influenzano pesantemente il grado di competitività delle imprese agricole pugliesi rispetto a quelle europee, competitività che l’agricoltura pugliese riesce molto spesso a vincere, grazie all’elevata professionalità e qualità raggiunte.
«Il problema dell’insostenibile costo dell’acqua è letteralmente deflagrato all’inizio d’anno – incalza il Direttore della Coldiretti di Taranto, Francesco Carbone – quando i ruoli consortili sono stati emessi con la triplicazione del costo dell’acqua ad ettaro (si passa da circa euro 500 del 2009 a circa euro 1.200 del 2010) e la richiesta di conguaglio anche per il 2005. Auspichiamo che, attraverso il lavoro del tavolo istituzionale, venga sventato ogni possibile aumento del costo dell’acqua ad ettaro, sia per il 2010 che per gli anni precedenti e che, relativamente al contributo per la manutenzione degli impianti irrigui, di competenza assoluta del Consorzio di Bonifica, auspichiamo un provvedimento sospensivo per evitare ulteriori contenziosi, anche di natura legale, tra gli imprenditori agricoli ed il Consorzio di Bonifica Stornara e Tara».
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