28 marzo 2024
Aggiornato 11:00
Raggiunta intesa

Quote rosa, ok del Governo a entrata a regime nel 2015

Commissione Finanze del Senato approva tutto l'articolato. Ok a odg Pdl su agevolazioni fiscali per compensare oneri società

ROMA - Raggiunta l'intesa fra governo e commissione Finanze del Senato sulle quote rosa nei cda e nei collegi sindacali delle società quotate e non quotate controllate dalle amministrazioni pubbliche. Ieri il sottosegretario all'Economia, Sonia Viale, aveva espresso parere contrario all'emendamento della relatrice Maria Ida Germontani (Fli), che rappresentava una mediazione raggiunta in commissione, sulla gradualità di entrata in vigore delle norme in due mandati e aveva chiesto una pausa nei lavori per un approfondimento. Oggi l'esecutivo ha fatto un passo indietro e si è rimesso al lavoro della commissione.

I consigli di amministrazione e gli organi di controllo delle società quotate dovranno essere composti da un quinto di donne a partire dal 2012 e da un terzo a partire dal 2015. Le norme entreranno quindi a regime nel triennio del mandato 2015-2018.
La commissione Fiannze ha quindi approvato tutto l'articolato del provvedimento, ma per il via libera si attende la decisione della presidenza del Senato e dei capigruppo sul via libera in sede deliberante o redigente.

Se il via libera al ddl sulle quote rosa arriverà in sede deliberante allora il provvedimento riceverà il via libera del Senato direttamente con l'ok della commissione, mentre la sede redigente prevede che, dopo l'approvazione della Commissione, il testo vada in Aula per le sole dichiarazioni di voto e il voto finale. La decisione spetta adesso ai gruppi. «Si riunirà la capigruppo per decidere sulla sede deliberante», ha riferito la senatrice Cinzia Bonfrisco del Pdl. A questo punto sia i senatori della maggioranza sia quelli dell'opposizione in commissione Finanze propendono per il via libera in sede deliberante per «dare atto del lavoro svolto dalla commissione». Tornando al nodo della gradualità sull'entrata in vigore, alla fine l'ha spuntata l'emendamento Germontani appoggiato da tutta la commissione su cui ieri il governo si era messo di traverso.

Nel dettaglio, la proposta di mediazione della relatrice Germontani prevede un'applicazione in due rinnovi dei mandati triennali degli organi di gestione e di controllo, rispettivamente con un quinto (dal 2012) e un terzo (dal 2015) di donne nei cda, con entrata in vigore dopo 12 mesi dall'approvazione della legge. Il governo invece proponeva una gradualità in tre rinnovi con quote di un decimo, un quinto e un terzo, per arrivare a regime con una quota di un terzo di donne nei cda al terzo mandato dal 2018. «Il governo - ha spiegato la relatrice - ha avuto bisogno di qualche ora di riflessione, ma alla fine ha rispettato il lavoro della commissione». Sul tema è intervenuto anche il sottosegretario Viale. «E' stato approfondito il tema, la priorità del governo era l'entrata a regime nel mandato 2018-2021 ma si è preso atto del lavoro svolto in commissione». Superata l'impasse, la commissione ha potuto approvare tutti gli articoli del provvedimento e tre ordini del giorno. Il primo odg prevede la possibilità per il ministero delle Pari opportunità di emanare un codice di autoregolamentazione per quelle società che decidono di anticipare i tempi di applicazione delle quote rosa. Il secondo odg del senatore Mario Ferrara (Pdl) impegna il governo ad adottare agevolazioni fiscali per compensare l'aggravio di costi per le assemblee straordinarie che dovranno adeguare i cda alle nuove norme, mentre il terzo ordine del giorno a firma della senatrice Cinzia Bonfrisco invita il governo a individuare la Civit come organo di monitoraggio sul rispetto delle norme da parte delle società pubbliche non sottoposte al controllo della Consob.