20 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Vertice G20

Draghi: «Sfide grandi banche e finanza ombra»

Sfide per il futuro sottolineate dal presidente del Financial stability board e governatore della Banca d'Italia. Per «big» fallimenti senza danni a stabilità e contribuenti

PARIGI - Lo «shadow banking», la parte del sistema bancario «ombra» che sfugge ai controlli, entra nell'agenda del Gruppo dei 20 Paesi che si riuniranno oggi e domani a Parigi, sotto la presidenza francese, per un vertice dei ministri finanziari e dei governatori centrali. Questione che, insieme al problema delle banche troppo grandi per poter fallire (too big to fail), rappresenta una delle sfide per il futuro sottolineate dal presidente del Financial stability board e governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, in occasione del gala dinner di Eurofi, il seminario preparatorio ai lavori del G20 al quale hanno partecipato anche il ministro delle Finanze francese, Christine Lagarde e il presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet.

Nel suo intervento, che ha concluso l'evento dopo il discorso di Lagarde e Trichet, Draghi, sul quale erano puntati gli occhi per via della sua candidatura alla guida della Bce, ha ripercorso i progressi realizzati finora nel dare attuazione alle raccomandazioni dell'Fsb e ha delineato le nuove sfide da affrontare: la ricerca di una soluzione per risolvere le questioni legate alle banche considerate troppo grandi per fallire e soluzioni per regolamentare lo shadow banking system. Proprio per ridurre i rischi delle banche ombra, secondo Draghi, occorre migliorare il monitoraggio del sistema. «Ora - ha detto - siamo impegnati per determinare dove il monitoraggio, la sorveglianza e l'azione degli enti di regolamentazione sono necessari». Non è un compito facile, ha osservato, «ma stiamo facendo buoni progressi nella definizione del contenuto delle questioni che dobbiamo affrontare e nel costruire un quadro che sia capace di essere sensibile alle mutazioni inevitabili che si svolgono in questo settore». Già su una newsletter per Eurofi, il governatore Draghi aveva posto l'accento sui rischi derivanti dagli aiuti alle grandi banche durante la crisi, processo che «ha incentivato in modo significativo l'azzardo morale». Un problema che, secondo il numero uno di via Nazionale, va affrontato dotando le giurisdizioni di meccanismi attraverso cui «ogni istituzione finanziaria possa passare attraverso un fallimento gestito senza danneggiare la stabilita' finanziaria e senza sostegno dei contribuenti».

Draghi, inoltre, citando Trichet ha sottolineato come le società democratiche non possano accettare un'altra crisi finanziaria e che il denaro dei contribuenti in futuro non dovrà essere utilizzato in caso di crisi. Il presidente della Bce, invece, nel suo discorso d'apertura aveva posto l'accento sul boom degli Hedge Funds, spiegando come l'aumento dei fondi speculativi, passati dai 100 miliardi di dollari dei primi anni novanta a 3.000 miliardi di dollari del 2007, è qualcosa che, insieme alle implicazioni sulla crisi finanziaria, ancora va compreso nella sua interezza.