Elkann: «Addio Italia? No, ma dipende dalla capacità di evolversi»
Il Presidente e neo amministratore delegato di Exor: «Dobbiamo sempre rimetterci in discussione partendo dalla realtà»
ROMA - L'addio di Exor e di Fiat all'Italia non è affatto un destino ineludibile. Ne è convinto il presidente di Fiat e presidente e neo amministratore delegato di Exor, John Elkann. «Dipende da noi. Quel che ho capito è che sopravvivono solo le organizzazioni capaci di evolversi e di adattarsi. Dobbiamo, ciascuno di noi e le nostre aziende, rimetterci sempre in discussione, partendo dalla realtà, non dai nostri desideri o aspirazioni», afferma Elkann in un'intervista a Il Sole 24 Ore.
«Che cosa sarebbe oggi di Fiat senza Chrysler? Saremmo come prima? Oggi - osserva Elkann - siamo una realtà multipolare e questo è una grande forza». Un rilancio, una sfida che «abbiamo lanciato e vinto», osserva Elkann ricordando che solo «poco tempo fa pochissimi erano disposti a scommettere sulla nostra sopravvivenza, esperti del ramo inclusi».
E, rispondendo a perchè mai Fiat e qualunque altra azienda dovrebbe oggi, come spesso chiede Marchionne, investire in Italia? «Intanto la migliore risposta l'ha data la Fiat, che ha già grossi investimenti in Italia e ne ha programmati altri. Ciò detto, è un fatto che l'Italia debba guardare a quegli indicatori che la danno indietro alla media dell'Unione europea sulle performances economiche. Penso per esempio alla produttività, alla competitività».
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