29 marzo 2024
Aggiornato 08:00
Entusiasmo per il nuovo progetto FDV 2011/15

Bilancio positivo per Fiera di Vicenza, vetrina internazionale del Made in Italy

Il progetto quinquennale di rafforzamento FDV 2011/15, di respiro internazionale, prevede un consistente investimento destinato a comunicare il valore del gioiello italiano nel mondo

VICENZA - «L’internazionalità è la parola chiave nella sfida globale» afferma il Presidente Roberto Ditri «La Fiera di Vicenza deve essere mediatore di contatti, esperto conoscitore di mercati e creatore di relazioni. In questo modo abbiamo concepito il piano di sviluppo di Fiera di Vicenza FDV 2011/15 e abbiamo posto le basi per quello che sarà il nostro futuro di primario player mondiale nel settore dell’oreficeria e della gioielleria».

Il progetto quinquennale di rafforzamento FDV 2011/15, di respiro internazionale, prevede un consistente investimento destinato a comunicare il valore del gioiello italiano nel mondo. Come afferma Roberto Ditri nella videointervista disponibile sul sito web del progetto www.fdvproject.it, Fiera di Vicenza vuole essere espressione del territorio e attrarre espositori e buyers da tutto il mondo verso Vicenza, che raccoglie l'eccellenza del gioiello italiano.

I primi risultati di Vicenzaoro First confermano tale vocazione; sono aumentati soprattutto i buyers esteri, in quantità e qualità. Continua il Presidente Ditri «Si può affermare che Vicenzaoro First sia andata complessivamente bene, abbiamo registrato 19 mila ingressi con +8% di operatori esteri rispetto all’edizione del 2010». Delegazioni di buyer sono arrivate da Arabia Saudita, Armenia, Brasile, Cina, India, Inghilterra, Iran, Israele, Kazakhstan, Kuwait, Marocco, Russia, UAE, Ucraina, Ungheria, USA.
«Abbiamo dato ai nostri espositori quanto promesso: l’opportunità per le aziende italiane di incontrare i mercati esteri e di esporre i loro prodotti nella più qualificata vetrina internazionale del settore dove il Made in Italy può giocarsi tutte le opportunità che gli sono universalmente riconosciute» conclude Roberto Ditri.