11 settembre 2024
Aggiornato 11:30
Da Tremonti una anticipazione sul fisco del futuro

«Faremo la prima riforma fiscale del nuovo secolo»

Il ministro: «La riforma del federalismo è frenata da logiche politiche, ma il processo andrà avanti»

ROMA - Con il riassetto del fisco «noi abbiamo l'ambizione di fare la prima riforma fiscale del nuovo secolo».
Lo ha detto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, intervenendo a Telefisco del Sole 24 Ore. «Non sarà un ostacolo fare una riforma che ci porta verso la modernità», ha aggiunto.

IL FEDERALISMO FISCALE OSTAGGIO DEI GIOCHI POLITICI - La riforma del federalismo fiscale è stata frenata da logiche politiche, ha precisato il ministro dell'Economia, spiegando che «l'impianto della legge è stato votato da tutti anni fa con grande consenso, ma poi sono entrate logiche più politiche. Il federalismo municipale è in Parlamento dal 5 agosto, com'è che oggi - ha osservato Tremonti - viene chiesta un'ulteriore riflessione?».

NON E’ UNA FINANZIARIA MA UNA LEGGE STRUTTURALE - A proposito di un'eventuale proroga dei tempi di approvazione della delega, il ministro ha risposto: «Lo devono vedere e discutere loro. Certo - ha sottolineato - non è una finanziaria annuale ma una riforma strutturale». Il ministro ha tuttavia aggiunto che «la legge delega ha avuto il consenso di tutti e il processo andrà avanti».

NON UN SALTO NEL VUOTO MA UN PASSAGGIO FONDAMENTALE - Il federalismo fiscale è «un cambiamento storico». Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, torna a difendere la riforma del federalismo fiscale e afferma che si tratta di «un grande processo riformista che inizia adesso e andrà avanti nei prossimi anni».
Il ministro ha sottolineato che il federalismo «non è un salto nel vuoto, ma è un passaggio verso l'Europa e un ritorno verso una spesa controllata dai cittadini. E' un passaggio fondamentale che inizia adesso e si svilupperà nei prossimi anni».

AI CITTADINI IL VOLANO DELLE IMPOSTE - Il meccanismo delle addizionali non è obbligatorio, ma è una facoltà, ha precisato Tremonti.
«Le addizionali non sono un obbligo ma una facoltà e la scelta dipenderà dai cittadini. Il cittadino - ha spiegato- potrà dire all'ente locale di non mettere le addizionali, non abusare con le imposte, perché puoi dare servizi migliori a costi minori. Per gli amministratori quello delle addizionali non è più un meccanismo obbligatorio».

I COMUNI SI RIMBOCCHINO LE MANICHE CONTRO L’EVASIONE - Nella lotta all'evasione fiscale «i comuni sono chiamati a svolgere un ruolo fondamentale», ha detto. «Devono avere una spinta anche loro, senza persecuzioni e senza abusi» e «dovrebbero un pochino tirarsi su le maniche», ha concluso il titolare di Via Venti Settembre. Tuttavia, il ministro ha poi aggiunto che «in molti casi hanno cominciato a farlo».