18 aprile 2024
Aggiornato 05:30
Sondaggio Confesercenti-SWG

Per un italiano su tre pessime condizioni anche nel 2011

Più ottimismo solo sulla condizione della propria famiglia. Ed alla politica si chiede soprattutto onestà e serietà più gettonate di moralità e solidarietà

ROMA - Gli italiani guardano al nuovo anno ancora con preoccupazione: uno su tre giudica la situazione economica del Paese «pessima» (33% del campione), mentre un altro 24% la giudica inadeguata o «così, così». Solo un 19% si avventura a descriverla come discreta o buona.
Per il 2011 quasi la metà degli italiani teme che la situazione generale sul piano economico possa addirittura peggiorare (dal 34% del 2009 passa al 45%), un altro 38% non vede variazioni significative in arrivo (era il 44% l’anno scorso) e cala di conseguenza il numero di chi spera in un miglioramento (dal 22% al 17%).

Un barlume di ottimismo gli italiani lo conservano però quando sono chiamati a giudicare la propria situazione e quella familiare: se la maggioranza continua a ritenere che non cambierà molto nel 2011 (58%, era il 67% nel 2009), sale sensibilmente il numero di chi auspica un miglioramento (dal 13% del 2009 al 24%) e scende leggermente la quota di pessimisti (dal 20 al 18%).
Del resto che qualche variazione positiva ci sia lo dimostra anche il fatto che nel 2009 scende, anche se leggermente, il numero di chi ha ridotto le proprie spese: dal 72% del 2009 al 69% del 2010.

Ed ancora: aumentano di sette punti coloro che con il proprio reddito riescono ad arrivare a fine mese (dal 65% al 72%) mentre calano di otto punti quelli che non superano la terza settimana (dal 28 al 20%). Invece si allarga la forbice con le famiglie più povere: quelle che arrivano a fatica alla seconda settimana crescono dal 5% all’8%.
Ma cosa chiedono gli italiani alla politica? Soprattutto onestà (il 42% delle risposte), poi serietà (24%). Molto staccati altri due valori come la moralità (16%) e la solidarietà (10%). Fanalino di coda è l’umiltà (4%).

Secondo una nota Confesercenti «c’è bisogno dunque di ricreare un clima di forte fiducia sul futuro e cambiare marcia sulle scelte che portano allo sviluppo. Fisco, investimenti, innovazione e lavoro sono le quattro carte da giocare per contrastare un pessimismo ancora troppo diffuso. E allora non c’è da meravigliarsi che gli italiani chiedano alla politica onesta e serietà, ovvero due comportamenti lineari e concreti. Servono fatti nel 2011, e bisogna costruirli fin da questi primi mesi con un sostegno chiaro verso quel grande mondo delle Pmi che possono davvero creare le condizioni per ritornare ad una crescita economica solida e duratura».