29 marzo 2024
Aggiornato 13:30
Triplicati in dieci anni

I costi «soffocano» le imprese agricole

La Cia lancia di nuovo l’allarme: servono immediati interventi per sostenere le aziende oggi in grave difficoltà. Subito l’«accisa zero» per il carburante

ROMA - I costi delle imprese agricole sempre più alle stelle. Tra mezzi di produzione (concimi, mangimi, sementi, antiparassitari, gasolio), oneri contributivi e burocratici, siamo in presenza di un peso insostenibile. In dieci anni, dal 2000 ad oggi si è assistito a rincari considerevoli. Per alcuni prodotti i prezzi pagati dall’agricoltore sono praticamente triplicati. Tra questi, soprattutto la «voce» energia ha inciso in modo grave sulla gestione aziendale. Una situazione allarmante che, sommata ai prezzi non remunerativi sui campi, diventa esplosiva e rischia di trascinare nel baratro migliaia di aziende che non riescono più a stare sul mercato. Il campanello d’allarme è il crollo dei redditi, che nel 2009 sono stati «tagliati» di oltre un quarto, e che nel 2010 dovrebbero scendere tra il 4 e il 6 per cento. La denuncia viene dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori, che rinnova la sua vibrante richiesta affinché vengano prese misure realmente incisive, a cominciare dall’«accisa zero» per il gasolio per le serre. Un’agevolazione, del resto, come quella per i benzinai inserita nel decreto «Milleproroghe».

D’altra parte, i dati parlano da soli. Nello scorso mese di novembre -come conferma anche l’Ismea- il fattore costi produttivi ha segnato una nuova crescita: più 3,9 per cento rispetto allo stesso periodo del 2009. Un aumento -rileva la Cia- sul quale ha influito pesantemente, in particolare, il rincaro dei prezzi dei prodotti energetici (più 4,1 per cento) e dei mangimi (più 13,9 per cento). Incrementi, anche se più contenuti, si sono registrati per gli antiparassitari (più 0,2 per cento) e per le sementi (più 1,8 per cento).
Oggi i costi produttivi -avverte la Cia- incidono nella gestione aziendale agricola, in media, tra il 60 e l’85 per cento per cento. Solo nel 2009 l’incremento, secondo le ultime stime, è stato del 9 per cento rispetto al 2008; mentre per il 2010 l’incremento dovrebbe oscillare tra il 5 e il 7 per cento.
Non solo. A questi aumenti, che negli ultimi anni hanno frenato l’attività imprenditoriale con un crescendo impressionate, si devono aggiungere, nonostante la fiscalizzazione per le zone svantaggiate e di montagna (una misura che è stata confermata con la legge di stabilità), anche gli oneri previdenziali (in poco meno di due anni sono cresciuti del 26 per cento) e quelli di carattere burocratico. Oneri pesanti che si traducono in un forte ostacolo alla crescita economica delle imprese, con incidenza negativa notevole sull’occupazione e la competitività.