29 aprile 2024
Aggiornato 19:00
Capodanno

2 milioni di chili di lenticchie nel piatto degli italiani

La Cia stima il consumo del caratteristico legume nel giorno di San Silvestro

ROMA - È corsa all’ultimo sacchetto di lenticchie. Gli italiani non possono farne a meno per salutare il vecchio anno e accogliere quello nuovo. Accompagnate dal sugo di pomodoro con cotechino, zampone o salsiccia, gli italiani ne consumeranno il quantitativo boom di oltre 2 milioni di chili, nell’arco di 24 ore. È quanto stima la Cia-Confederazione italiana agricoltori in riferimento al consumo di lenticchie in Italia tra il 31 dicembre e il primo gennaio 2011.
Circa il 90 per cento della popolazione le assaggerà per gola e tradizione, quella tradizione che attribuisce al piccolo legume il ruolo «portafortuna» per il nuovo anno. Il consumo pro-capite sarà di circa 20/30 grammi, e solo il 10 per cento non le mangerà per intolleranze e per gusto personale.

La lenticchia - spiega la Cia - il cui nome scientifico è lens culinari, detta anche lente, è il seme di un'erba annuale della famiglia delle Fabaceae, coltivata praticamente in tutto il mondo. La pianta è composta da uno stelo rampicante che raggiunge i 50 cm di altezza, e possiede dei baccelli rettangolari e schiacciati che racchiudono 2-3 semi dalla forma tondeggiante e appiattita, di colore che varia dal giallo-verdastro, rossastro fino al bruno e al nero (per alcune varietà orientali). Il sapore delle lenticchie varia a seconda delle dimensioni e del colore, ma generalmente le più gustose sono quelle a seme piccolo. Dopo la loro raccolta vengono essiccate: è questo la forma più diffusa in commercio.

In Italia - continua la Cia - la loro coltivazione è diffusa soprattutto in località ristrette di altopiano dove le condizioni di clima e di terreno conferiscono un alto pregio qualitativo al prodotto, come per esempio gli altipiani di Castelluccio di Norcia e di Colfiorito in Umbria, o quello di Leonessa nel Lazio.
Le varietà di lenticchie più diffuse, si dividono in due principali gruppi: a seme grande e a seme piccolo. Tra le più rinomate ci sono appunto quelle di Castelluccio, che nel 1997 hanno ottenuto il prestigioso riconoscimento europeo di Indicazione Geografica Protetta (IGP). Molto conosciute e pregiate sono anche quelle verdi di Altamura, di Ustica in Sicilia e di Ventotene nel Lazio. Nel mondo -conclude la Cia- vengono apprezzate principalmente quelle rosse chiamate comunemente «Egiziane».