28 agosto 2025
Aggiornato 14:00
Vertenza Fiat

Fassino: la Fiom ha sbagliato a non firmare

L'ex Segretario del PD: «Landini come si propone di intervenire?». Bersani: «Sì agli investimenti, no allo strappo sui diritti». Cofferati: «Fiom moderata»

ROMA - L'ex segretario dei Ds Piero Fassino si unisce alle voci di chi nel Pd considera un errore da parte del sindacato dei metalmeccanici Cgil, la Fiom, non aver firmato l'accordo su Pomigliano con la Fiat. E risponde al segretario Fiom Maurizio Landini, che ieri aveva detto ai politici di provare ad andare in catena di montaggio prima di parlare. «Conosco le fabbriche metalmeccaniche da molto più tempo di lui». Ma la Fiom ha «un atteggiamento votato alla sconfitta». E ricordando l'epoca in cui era delegato Pci per loe fabbriche di Torino commenta «di fronte ai problemi veri bisogna sporcarsi le mani».

CERTEZZA OCCUPAZIONE - L'accordo di Pomigliano «dal punto di vista produttivo ha un valore innegabile» dice Fassino intervistato da Repubblica, «consente un investimento che garantisce la certezza dell'occupazione a 15mila lavoratori fra Fiat e indotto». E' vero, però, che l'accordo firmato dagli altri sindacati è pesante: «ai lavoratori sono richieste condizioni onerose. Compensate però dalla sicurezza del lavoro. In America i sindacati della Chrysler hanno sottoscritto un accordo che prevede per i neoassunti la riduzione del salario da 28 a 14 dollari l'ora e 5 anni di non conflittualità». E in Italia? Ma quale Italia: «Qui siamo nel mondo globalizzato».
Invece «La Fiom si è arroccata. E' molto velleitario alzarsi dal tavolo e non firmare. Così il sindacato non difende i lavoratori anzi li espone a un rischio maggiore». E a Landini «chiedo: al di là della denuncia come si propone di incidere su quello che succede negli stabilimenti Fiat?»

BERSANI - «Gli investimenti della Fiat sono importanti, preziosi per i territori interessati, per il nostro futuro industriale, per i redditi dei lavoratori». Lo afferma in un colloquio con il Messaggero il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, a proposito dell'accordo per Mirafiori.
«Non rinuncerò a dire - prosegue - che l'investimento è positivo e che bisogna far di tutto per tenerlo in Italia ma anche che lo strappo sui diritti sindacali è ingiustificabile e pericoloso e che va corretto. Noi ci batteremo per correggerlo. E' inaccettabile che il dissenso venga escluso dalla rappresentanza sindacale. Se ci avviamo su questa china pericolosa rischia di formarsi una valanga che può travolgere lo stesso diritto del lavoro. Oggi è esclusa la Fiom, domani in qualche fabbrica potrebbe toccare alla Fim».
Il segretario del Pd riconosce a Sergio Marchionne il diritto di «esigere il rispetto degli accordi aziendali ma non si può escludere dalla rappresentanza chi ha espresso un'opinione contraria». Quindi giudica superficiale la lettura di un Pd diviso tra filo-Cisl e filo-Cgil: «La nostra è una posizione forte e unitaria».

COFFERATI: «FIOM MODERATA» - «La Fiom nei negoziati ha un atteggiamento molto responsabile, addirittura moderato». Lo ha detto Sergio Cofferati a Radio 24, commentando l'accordo per Mirafiori. «L'accordo che hanno firmato - ha aggiunto l'ex segretario della Cgil - esclude la Fiom per i prossimi anni da un'attività normale a Mirafiori. Non è pensabile e non è una scelta sensata: è un danno per le organizzazioni che hanno firmato perché la prossima volta potrebbe toccare anche a loro e penso sia anche un danno per l'azienda. In queste vicende non c'è nulla di politico ma sono solamente vicende banalmente sindacali. La politica qui non c'entra».