Irlanda e Cina pesano sui mercati, le borse chiudono in perdita
Dall'Europa agli Stati Uniti i listini perdono intorno ai due punti. Preoccupa anche l'orientamento restrittivo della Cina sulla politica monetaria
NEW YORK - Le borse europee hanno chiuso oggi tutte in perdita con Milano che cede 430 punti, il 2,05% chiudendo a 20.563,07 punti, mentre Londra cala di 138,5 punti, il 2,38% a 5.682. Parigi ha perso 102 punti, il 2,63% chiudendo a 3.762 e Francoforte perde l'1,87%, 127 punti, terminando la seduta a 6.663 punti. Anche negli Stati Uniti, a pochi minuti dalla chiusura, i tre listini perdono tutti circa due punti.
Il Dow Jones si avvia alla chiusura in calo di 222,63 punti, l'1,99%, a 10.979,34 punti, scendendo sotto la soglia psicologica degli 11.000 punti per la prima volta in quasi un mese. Il Nasdaq cede 53,52 punti, il 2,13% a 2.460,30 punti, mentre lo S&P 500 sta perdendo il 2,07%, 24,75 punti, a 1.173 punti.
Tensioni sui debiti - A pesare sugli indici sono state le perduranti tensioni sui rischi di debito di alcuni paesi dell'area euro - Irlanda, Portogallo e Grecia - ma anche l'orientamento restrittivo della Cina sulla politica monetaria. Il Dragone e l'Asia in generale si trovano ad affrontare una dinamica di inflazione rialzista, e questo può innescare misure ancora più rigide dalla banche centrali, che frenando la crescita della regione comprometterebbero tutta la ripresa globale. Intanto oggi ad alimentare gli allarmi in Europa è stato anche il presidente dell'Ue, Herman van Rompuy, affermando che sulla questione delle difficoltà dei suddetti paesi c'è in gioco la stessa «sopravvivenza» dell'Unione europea.
Nelle ultime settimane è stata l'Irlanda il paese maggiormente sotto tensione e oggi, giungendo al vertice dell'Eurogruppo tra ministri finanziari, il commissario europeo agli Affari economici, Olli Rehn ha riferito che Bruxelles, assieme a Bce e Fmi stanno discutendo con Dublino come risolvere il problema del dissesto delle sue banche. Si profila un intervento mirato sulle banche.
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