18 aprile 2024
Aggiornato 23:00
Giornata del Ringraziamento 2010

Acli Terra: i giovani protagonisti della sfida educativa nel mondo agricolo

Zannini: «Assumiamo l’impegno di essere custodi del territorio con tutti gli uomini di buona volontà»

BOLOGNA - ««Assumiamo l’impegno di essere custodi del territorio con tutti gli uomini di buona volontà». In questa prospettiva si muove il senso più profondo della celebrazione della Giornata del ringraziamento di quest'anno. L’evento orienta, come sempre, a riflettere particolarmente sul valore incommensurabile dei doni fondamentali di Dio per l'uomo che sono la terra, l’aria e l’acqua» così Michele Zannini, Presidente nazionale di Acli Terra, l'Associazione professionale agricola delle Acli, intervenendo a Bologna durante il seminario di studio sul tema «il mondo agricolo-rurale si misura con la sfida educativa».
La Giornata è organizzata dalla «Commissione Episcopale CEI per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace», in collaborazione con Acli Terra, Coldiretti, Fai CISL, FederAgri MCL e UGC Cisl.

«Il tema di quest'anno, è oltremodo affascinante – per Acli Terra – perché proietta sulle aspirazioni e sulle difficoltà di un pezzo di società decisiva per il destino dell’agricoltura in Italia e nel mondo: i giovani.
Con loro, e a partire da loro, siamo chiamati a riflettere, con urgenza, sulla drammaticità delle questioni del clima, dell’ambiente, della salubrità della vita.
Questo ci orienta principalmente ad agire per difendere e promuovere le comunità locali, le persone e i territori in cui abitano, dove i contadini sono i veri «custodi della terra».
È proprio la terra il bene primario di cui l'uomo dispone e dal quale ricava originariamente tutto quanto gli serve per sopravvivere, per alimentare la vita, per costruire relazioni, in pratica per concorrere alla creazione di Dio.
Nella fase presente, che segna difficoltà enormi per il mondo agricolo nel suo complesso, è fondamentale concorrere alla valorizzazione della dimensione rurale nonché agricola, in una prospettiva che torni a centrare l’economia sull’uomo, nella sua dimensione territoriale, dove territori, persone e comunità sono i termini di un ripensamento radicale delle questioni che abbiamo di fronte, per una nuova cultura a sostegno di imprese, certamente competenti e competitive sul piano professionale ma anche eticamente orientate e socialmente responsabili.
Così l’agricoltura è non solo produzione di alimenti, ma anche dimensione della vivibilità più autentica delle aree rurali ed insieme qualità e cultura del consumare e dell’abitare i territori.
I giovani devono raccogliere la sfida educativa che viene dal valore della terra, dell’aria e dell’acqua, assumendo il convincimento che la pratica di un nuovo umanesimo rurale e di un nuovo welfare rurale possono generare valori ed opportunità, motivazioni e giuste convenienze, perché il lavoro agricolo e la vita rurale ridiventino i riferimenti di una ricomposizione della nostra società complessa e frantumata, su nuovi stili di vita e modi nuovi di convivenza democratica»