29 marzo 2024
Aggiornato 07:30
La Cia lancia l'allarme

I costi produttivi e i gravosi oneri sociali soffocano le imprese agricole

L’abolizione del “bonus gasolio” e la fine della fiscalizzazione ha accresciuto il “fardello” per le aziende

ROMA - Gli opprimenti costi produttivi, contributivi e burocratici stanno mettendo a dura prova le imprese agricole. Ormai siamo in presenza di un onere sempre più assillante. Basta pensare che dal 2000 ad oggi si è assistito a rincari considerevoli. Per alcuni prodotti i prezzi pagati dall’agricoltore sono praticamente triplicati. Tra questi, soprattutto la «voce» energia ha inciso in modo grave sulla gestione aziendale. Una situazione allarmante che, sommata alla caduta libera delle quotazioni sui campi, diventa esplosiva e rischia di trascinare nel baratro migliaia di aziende che non riescono più a stare sul mercato. Il campanello d’allarme è il crollo dei redditi, che nel 2009 sono stati «tagliati» di oltre il 20 per cento e che anche quest’anno sono destinati a calare. La denuncia viene dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori che sottolinea come lo scenario si sia aggravato ulteriormente con l’abolizione del «bonus gasolio» per le serre e con la fine della fiscalizzazione degli oneri sociali.

D’altra parte, i dati parlano chiaro. Nello scorso mese di agosto -come conferma anche l’Ismea- il fattore costi produttivi ha segnato una nuova crescita, dovuta essenzialmente al forte aumento dei prodotti energetici (più 8,5 per cento, con punte del 18,5 per cento per l’energia elettrica) e dei mangimi (più 8,4 per cento).
Oggi i costi produttivi -avverte la Cia- incidono nella gestione aziendale agricola, in media, tra il 60 e l’85 per cento. Solo nello scorso anno l’incremento è stato dell’11 per cento rispetto al 2008 e quest’anno l’aumento, secondo le prime stime, dovrebbe raggiungere il 14 per cento.

Non solo. A questi aumenti, che negli ultimi anni hanno frenato l’attività imprenditoriale con un crescendo impressionante, si sono aggiunti -nota la Cia- anche gli oneri previdenziali (in poco meno di due anni sono cresciuti del 26 per cento e che, dopo la fine della fiscalizzazione, sono destinati ad aumentare ulteriormente) e quelli di carattere burocratico. Oneri pesanti che si traducono in forte ostacolo alla crescita economica delle imprese, con incidenza negativa notevole sull’occupazione e la competitività.