27 agosto 2025
Aggiornato 23:30
Impresa

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Faib-Confesercenti: «I gestori confermano lo sciopero di 3 giorni»

ROMA - Oltre 100 mila fra gestori ed addetti perdono, insieme ai diritti, il loro lavoro. I prezzi del carburante non scendono e l’offerta del servizio si va deteriorando. Lo Stato continua ad incassare i due terzi del prezzo al pubblico dei carburanti, petrolieri e retisti privati continuano a guadagnare alle spalle dei consumatori, mentre con i soldi pubblici si finanzia la distruzione della rete. Ed ai gestori resta un margine lordo inferiore al 3% sul prezzo pubblico ed il peso del costo di sconti e campagne promozionali.

E’ questa la situazione della rete distributiva di carburanti e le prospettive che lascia intravedere il disegno di legge voluto dal ministero dello Sviluppo Economico, illustrati questa mattina dalle organizzazioni di categoria Faib-Confesercenti, Figisc e Fenica insieme all’Anisa, in una manifestazione di denuncia nel corso della quale sono stati confermati i tre giorni di sciopero annunciato lo scorso luglio.
I petrolieri - hanno sottolineato le organizzazioni - continuano a guadagnare, ma hanno smesso di investire e cercano di scaricare, senza che il Governo intervenga, i costi delle loro ristrutturazioni su gestori e consumatori. Mentre ai gestori vengono negati i diritti più elementari, a cominciare da quello di competere sul mercato. Così, diventati l’anello più debole della catena, i gestori sono costretti ad elemosinare le condizioni per la loro sopravvivenza.

Dopo la conferma della proclamazione dello sciopero generale della categoria del 15, 16 e 17 settembre, riaffermata dalla riunione dei gruppi dirigenti di Faib Fegica e Figisc, il MISE ha convocato le tre sigle per oggi pomeriggio per discutere del disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza e le questioni connesse allo sciopero della categoria.
«La convocazione è certamente un atto di attenzione verso la categoria e- ci auguriamo - anche verso le ragioni che sono alla base della nostra vertenza - ha dichiarato Martino Landi, presidente della Faib. L’On. Stefano Saglia dimostra attenzione e sensibilità in un momento molto delicato del panorama politico ed economico soprattutto per un settore segnato da polemiche e crisi dei consumi.

Un settore che il Sottosegretario conosce bene e che aspetta risposte da molto tempo, alcune delle quali previste già nel protocollo Scajola. E’ da quel protocollo, di cui chiediamo il rispetto degli impegni, che bisogna ripartire ripensando ad una ristrutturazione del settore che tenga conto di quegli obiettivi precisi: strutturazione del bonus fiscale, superamento degli elementi distorsivi della concorrenza legati al meccanismo rete extra rete, riordino della normativa tariffaria con la P.A. alla luce delle specificità del settore, sicurezza sugli impianti, per i gestori e per i cittadini, tramite estensione della moneta elettronica con la compressione dei relativi costi, lavoro usurante, riaffermazione dei principi eco-compatibili per i nuovi impianti e allargamento del fondo indennizzi a tutti i gestori espulsi dal mercato.»
«Come si vede – ha concluso Landi - vi sono questioni, che per la loro complessità e per la sfera di competenza, coinvolgono la responsabilità di tutto l’esecutivo. Al sottosegretario ribadiremo le nostre ragioni, ma riteniamo che sul complesso delle questioni sollevate debba necessariamente esserci una sintesi al più alto livello governativo.«