19 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Il caso Melfi

Fiat, si muove Napolitano: superare il grave episodio

Il presidente risponde all'appello dei tre lavoratori licenziati e reintegrati dal giudice: «Rimettersi all'autorità giudiziaria, auspico confronto pacato e sereno»

ROMA - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, esprime «comprensione», rispondendo a stretto giro di posta alla lettera a lui indirizzata dai tre operai della Fiat Sata di Melfi, reintegrati dal giudice del lavoro ma esclusi dalla produzione dalla dirigenza aziendale.

LA LETTERA - «Cari Barozzino, Lamorte e Pignatelli - scrive il capo dello Stato - ho letto con attenzione la lettera che avete voluto indirizzarmi e non posso che esprimere il mio profondo rammarico per la tensione creatasi alla Fiat Sata di Melfi in relazione ai licenziamenti che vi hanno colpito e, successivamente, alla mancata vostra reintegrazione nel posto di lavoro sulla base della decisione del Tribunale di Melfi».
«Anche per quest'ultimo sviluppo della vicenda - sottolinea Napolitano - è chiamata a intervenire, su esplicita richiesta vostra e dei vostri legali, l'Autorità Giudiziaria: e ad essa non posso che rimettermi anch'io, proprio per rispetto di quelle regole dello Stato di diritto a cui voi vi richiamate».
«Comprendo molto bene - prosegue il presidente - come consideriate lesivo della vostra dignità 'percepire la retribuzione senza lavorare'. Il mio vivissimo auspicio - che spero sia ascoltato anche dalla dirigenza della Fiat - è che questo grave episodio possa essere superato, nell'attesa di una conclusiva definizione del conflitto in sede giudiziaria, e in modo da creare le condizioni per un confronto pacato e serio su questioni di grande rilievo come quelle del futuro dell'attività della maggiore azienda manifatturiera italiana e dell'evoluzione delle relazioni industriali nel contesto di una aspra competizione sul mercato globale».