20 aprile 2024
Aggiornato 00:30
Melfi

Fiat : gli operai reintegrati restino a casa

Fiom Basilicata: «Valutiamo l'azione penale. Atto antisindacale. C'è reiterazione del comportamento». Presidio Fiom a Melfi lunedì

MELFI - Un invito a non presentarsi al lavoro. Lo ha spedito la Fiat ai tre operai dello stabilimento di Melfi (Potenza) licenziati nel luglio scorso e reintegrati dal giudice del lavoro circa due settimane fa. Con un telegramma, l'azienda ha comunicato ai tre lavoratori che «non intende avvalersi delle loro prestazioni» e chiesto che non vadano in fabbrica, lunedì 23 agosto, alla riapertura dello stabilimento dopo la pausa estiva. L'azienda ha precisato che rispetterà gli obblighi contrattuali nei confronti dei tre operai fino al 6 ottobre, quando sarà discusso il ricorso dell'azienda contro la sentenza che li ha reintegrati.

La FIOM: «Comportamento antisindacale» - La Fiom sta già valutando in queste ore con gli avvocati se ci sono gli estremi per un'azione penale contro la Fiat per reiterazione del comportamento antisindacale. Lo ha detto il segretario regionale della Fiom Basilicata, Emanuele Di Nicola, in merito alla decisione del Lingotto di inviare un telegramma ai tre operai reintegrati nello stabilimento Fiat di Melfi da un provvedimento del giudice del lavoro, invitandoli a rimanere a casa lunedì, alla riapertura del sito.
«Stiamo valutando - ha detto il sindacalista - con i nostri avvocati se ci sono gli estremi per una denuncia penale. Lo valutiamo in queste ore perchè la Fiat in questo modo commette una reiterazione della violazione dell'articolo 28 dello Statuto dei lavoratori, con il suo comportamento antisindacale. Il giudice aveva deciso per il reintegro immediato dei tre lavoratori».
Lunedì dalle 12 ci sarà un presidio della Fiom davanti all'azienda, anche per «informare i lavoratori», ha spiegato Di Nicola, sottolineando che «chiederemo che i lavoratori entrino come da ordinanza del giudice che è un giudice della Repubblica italiana. Marchionne non può pensare che le leggi dello Stato siano rispettate solo per fare profitto, ma devono essere rispettate anche quando di mezzo ci sono i lavoratori».

La replica Fiat - «Abbiamo esercitato una nostra facoltà»: così dalla Fiat spiegano la decisione di non richiamare in fabbrica lunedì i tre operai di Melfi reintegrati dal giudice del lavoro. «L'ordinanza - precisano le stesse fonti - viene ottemperata con il reintegro nelle funzioni e con il relativo trattamento economico. Ma l'azienda può dispensare i dipendenti dal prestare lavoro». Alla Fiat aggiungono che si tratta di una prassi consueta in questi casi, seguita da tante altre società.

Sulla vicenda fa sentire la sua voce anche il Pd: «E' triste che, nel mondo dopo Cristo , la Fiat si comporti come nell'epoca pre-moderna. Quella su cui si sono avviate le aziende del gruppo Fiat è una strada senza uscita per tutti» dice in una nota Stefano Fassina, della segreteria del Partito Democratico, responsabile Economia e Lavoro. I tre operai furono licenziati lo scorso luglio. Il 9 agosto scorso, il giudice del lavoro di Melfi ha accolto il ricorso della Fiom e ha disposto il reintegro dei tre dipendenti. Venerdì i legali della Fiat hanno depositato il ricorso contro tale decisione, che sarà discusso a partire dal prossimo 6 ottobre.