20 aprile 2024
Aggiornato 11:00
Economia

La Cina supera il Giappone e diventa la seconda economia mondiale

Secondo trimestre: Pil di Pechino a 1.336,9 mld contro i 1.288,3 di Tokyo, che replica: «Restiamo la seconda potenza»

TOKYO - Storico sorpasso della Cina, che sopravanza il Giappone e diventa la seconda economia mondiale. Nel secondo trimestre del 2010, secondo i dati non destagionalizzati diffusi dal governo di Tokyo, il prodotto interno lordo nipponico è cresciuto a un tasso annualizzato di appena lo 0,4%, ben al di sotto del 4,4% registrato nel primo trimestre, per toccare un livello assoluto di 1.286 miliardi di dollari, a fronte dei 1.335 miliardi di dollari toccati dal Pil cinese nel corrispondente periodo.
Le cifre rendono ancora più chiara l'emersione della Cina come una potenza globale che sta imponendo cambiamenti che spaziano dagli equilibri militari e finanziari internazionali a una nuova 'geografia' produttiva. Già oggi, infatti, il Paese del Dragone è tra l'altro il primo esportatore mondiale, il principale acquirente di automobili, leader globale nella produzione di acciaio. E la sua crescita di peso prosegue.

Il sorpasso della Cina sul Giappone dovrebbe stabilizzarsi anche su di un intervallo più ampio come l'intero 2010, a causa dell'ampio differenziale di crescita tra i due Paesi asiatici e da un peso complessivo dei due Pil che era già vicinissimo alla fine dello scorso anno. L'economia cinese sta infatti galoppando a un ritmo del 10% all'anno mentre quella nipponica, nel 2010, 'trotterà' a un passo compreso tra il 2% e il 3% secondo le previsioni più accreditate.
Il Giappone ha detenuto la seconda piazza dell'economia mondiale, alle spalle degli Stati Uniti, sin dal 1968 quando superò la Germania. Dalle ceneri della seconda guerra mondiale il paese del sol levante era risorto per diventare una potenza globale e manifatturiera. Poi il primo stop con la gigantesca 'bolla' immobiliare che si gonfiò negli anni '80 per poi esplodere e cedere il passo al «decennio perduto», dal 1991 al 2001 provocato dalla deflazione che insieme a una bassa crescita economica dette luogo a una gigantesca distruzione di ricchezza.

Le sfide per i due Paesi, anche dopo «il sorpasso» restano importanti. Da un lato infatti il Giappone, e il suo governo guidato da Naoto Kan, si trovano ad affrontare un rapido invecchiamento e calo della popolazione, con una domanda interna che resta debole mentre la deflazione e il rallentamento delle esportazioni a causa dello 'yen forte' non migliorano il quadro.
Ma anche la Cina, malgrado la sua spettacolare crescita, presenta contraddizioni eclatanti. A partire da una distribuzione del reddito molto squilibrata, con una elite benestante che ha colto i frutti di trent'anni di riforme eil resto dei suoi 1,3 miliardi di abitanti che presenta ancora redditi bassissimi. Per quanto riguarda il reddito pro-capite, insomma, è ancora il Giappone a guidare, con un livello che lo scorso anno ha toccato i 37.800 dollari - uno dei più alti del pianeta - contro i soli 3.600 della Cina.

«Dovremmo preoccuparci del Pil pro-capite», commenta Kyohei Morita, capo economista alla Barclays Capityal di Tokyo secondo il quale il sorpasso della Cina è «solo simbolico, nulla di più». Secondo altri il dato costituisce invece il «suono della sveglia» del quale hanno bisogno i leader politici del sol levante. Secondo Schulz del Fujitsu Research Institute «Il Giappone è stranamente sempre introspettivo e nessuno fa nulla per cambiare tale situazione».
Anche la popolazione nipponica appare rassegnata al sorpasso da parte di Pechino. Un sondaggio condotto a livello nazionale da Asahi, uno dei principali quotidiani del paese, ha mostrato un campione diviso quasi esattamente a metà tra coloro che credono che la discesa al terzo posto dell'economia mondiale rappresenti un problema e coloro che pensano che non lo sia.