28 marzo 2024
Aggiornato 13:00
Consumi alimentari

9 italiani su 10 non rinunciano alla qualità della spesa

E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sui dati Istat sui consumi dei cittadini nel 2009

ROMA - Quasi nove italiani su dieci (87 per cento) non hanno rinunciato alla qualità della spesa alimentare nonostante le difficoltà economiche. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sui dati Istat sui consumi dei cittadini nel 2009, che evidenziano una spesa media alimentare per famiglia pari a 461 euro al mese, in calo del 3 per cento rispetto allo scorso anno. La percentuale di famiglie – rileva la Coldiretti - che ha dichiarato di aver diminuito nel 2009 la quantità e/o la qualità dei prodotti alimentari acquistati rispetto all'anno precedente è pari al 35,6% e, tra questi, il 63% ha dichiarato di aver diminuito solo la quantità, mentre solo il 15% di aver ridotto, oltre alla quantità, anche la qualità.

La ricerca della qualità dei prodotti alimentari rimane una priorità anche in periodi di crisi, per effetto della necessità di garantirsi cibi sicuri di fronte al ripetersi degli scandali alimentari. L’ultimo esempio è quello della mozzarella blu contaminata prodotta in Germania e venduta in tutta Europa con nomi italiani a prezzi bassi nei discount alimentari. Si specula sulla gente che in una situazione di difficoltà economica si rivolge a prodotti anonimi di basso costo che non offrono garanzie di sicurezza e genuinità - ha denunciato Sergio Marini, presidente della Coldiretti che ha annunciato a partire da martedì 6 luglio una mobilitazione alle frontiere con migliaia di allevatori e coltivatori provenienti da tutte le Regioni, anche con i loro trattori, per difendere il Made in Italy minacciato dalle importazioni di «schifezze» vendute come italiane. Una iniziativa per contrastare il furto di identità della nostra agricoltura ma anche le speculazione che portano ad aumentare di cinque volte i prezzi dei prodotti alimentari dal campo alla tavola a danno degli agricoltori, che vengono sottopagati, e dei consumatori, che sono costretti a contenere gli acquisti come confermano i dati Istat relativi al 2009.