All'Iraq il primato della produzione di petrolio?
Centro studi londinese: «La produzione irachena supererà quella dell'Iran e dell'Arabia Saudita»
LONDRA - Sarà l'Iraq in futuro a detenere lo scettro fra i Paesi Eldorado del petrolio? Stando alle più recenti previsioni per i prossimi dieci anni, la mappa dei principali Paesi produttori di greggio del mondo potrebbe essere completamente ridisegnata e l'Iraq potrebbe addirittura sorpassare l'Arabia saudita nella classifica degli esportatori: per Baghdad insomma si profila un avvenire di cruciale influenza sul futuro prezzo del petrolio mentre la produzione di greggio di Baghdad passerà dai 2,5 milioni di barili al giorno attuali ai 9,5 milioni nel 2020.
La corsa allo sfruttamento dei «super-giacimenti» di petrolio, di cui l'Iraq vanta la massima concentrazione sul suo territorio, ha ricevuto nuovo impeto proprio a causa del disastro Bp nel Golfo del Messico, che ha accelerato il cambiamento di rotta dai giacimenti offshore verso quelli su terra. Il vantaggio del petrolio iracheno - spiega oggi l'Independent nel riportare la notizia - è sia quello di trovarsi «onshore» che di essere più economico da estrarre. L'altro fattore fondamentale, che spinge in alto le quotazioni dell'Iraq è il contemporaneo, crescente isolamento di Teheran dovuto alle sanzioni che colpiscono la repubblica islamica e che comporterà, secondo le previsioni, un crollo significativo della produttività di petrolio iraniano.
L'esito di quella che viene definita come la «grande corsa al petrolio iracheno» avrà ripercussioni inevitabili sulla bilancia del potere fra gli stati produttori: con l'Iraq vittorioso, Iran e Arabia saudita perdenti. «L'evoluzione della produttività di petrolio iracheno nei prossimi dieci anni promette di essere la questione più dirompente cui dovrà confrontarsi l'Arabia saudita in particolare e l'Opec in generale», spiega Leo Drollas, responsabile del Centro studi per l'energia globale, con sede a Londra.
Lo sviluppo dell'industria estrattiva irachena ha ricevuto nuovo impulso lo scorso anno quando il governo iracheno ha messo all'asta 11 giacimenti che sono stati assegnati ad alcune potenti multinazionali, come la Shell, la Bp e la Exxon.
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