20 aprile 2024
Aggiornato 09:30
La Cgil: «Se ne riparla lunedì»

«Fiom ceda o su Pomogliano niente intesa»

L'amministratore delegato di FIAT Sergio Marchionne: «L'accordo con le altre quattro sigle sindacali non è sufficiente»

VENEZIA - «La dichiarazione della Fiat è stata chiara». L'amministratore delegato Sergio Marchionne ha sottolineato così da Venezia come il «sì» all'accordo sullo stabilimento di Pomigliano con quattro sigle sindacali, Fim-Cisl, Uilm-Uil, Fismi e Ugl, Fiom-Cgil esclusa, non sia sufficiente a far partire l'investimento.
«Se i lavoratori non lo vogliono - ha aggiunto - basta che che lo dicano. E' una esperienza straordinariamente unica, ma con quante entità bisogna trovare l'accordo per dare lavoro a cinquemila persone? Non è mai successo in altri Paesi che si trasferisca la produzione dall'estero».
Per Sergio Marchionne, per cui lo stabilimento campano può funzionare «massimizzando la produttività e facendoli lavorare con gli orologi svizzeri», l'intesa raggiunta venerdì è stata comunque «un grandissimo passo avanti. Accettiamolo come tale e andiamo avanti».

LE REAZIONI - Il «no» della Fiom, che, ribadisce il segretario Cgil Guglielmo Epifani, tratterà il tema lunedì, occupa oggi il dibattito sulle prospettive di Pomigliano e dell'investimento da 700 milioni di Fiat per produrre la Nuova Panda. Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi confida che alla fine «firmeranno tutti» e intanto sottolinea come l'intesa sia «un punto di svolta nelle relazioni industriali» che «vale più di molti incentivi». Mentre il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia avverte: «non possiamo più aspettare chi guarda sempre indietro». Una posizione condivisa sul versante sindacale dal segretario dei metalmeccanici della Fim-Cisl Giuseppe Farina, secondo cui l'adesione della Fiom è «una condizione auspicabile dalla quale tuttavia non può più dipendere il futuro dello stabilimento».

BONANNI - Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, a margine della Festa della Cisl a Levico (Tn), spera che «la Fiom ci ripensi» e che il segretario generale della Cgil «Epifani si pronunci su questo». «Una parte del sindacato non dà prova di unità e fedeltà agli interessi dei lavoratori», ha detto Bonanni. «Salvando quell'investimento di Pomigliano, salviamo tutti gli insediamenti della Fiat. Abbiamo già sondato i lavoratori e c'è un entusiasmo davvero importante. L'accordo per Pomigliano non è un ricatto».

CGIL CAMPANIA: «ORA IL REFERENDUM» - «E' il momento di assumersi le responsabilità che la difficile vicenda dell'investimento della Fiat a Pomigliano ci impone». E' quanto sottolineano, in una nota, i segretari generali di Cgil Campania e Napoli, Michele Gravano e Peppe Errico. «Al punto in cui è arrivata la vertenza - precisano - nonostante gli sforzi unitari di disponibilità che tutti i sindacati metalmeccanici hanno espresso, di fronte a un atteggiamento considerato ostativo alle proposte avanzate che ha reso impossibile ogni modifica al fine di migliorare, nel contesto dell'efficienza, la tutela e i diritti dei lavoratori, per la quale parte ci riserviamo un approfondimento anche giuridico, riteniamo che l'unica scelta che è davanti al gruppo dirigente della Cgil sia quella di dare la voce ai lavoratori per farli esprimere attraverso il referendum, nella consapevolezza della delicatezza della scelta che si va a compiere».
«Chiediamo alla Fiom, prima di andare al referendum - aggiungono Gravano ed Errico - una consultazione dei propri iscritti per assumere l'atteggiamento da tenere e coinvolgerli. Per quanto ci riguarda, nell'assunzione dell'impegno della difesa dei diritti, lanciamo un appello ai lavoratori affinché vadano a votare, tenendo conto della singolarita del caso Pomigliano».
«Lanciamo un appello ai lavoratori della Fiom a non dividersi - concludono gli esponenti della Cgil - a mantenere un fronte unitario, a non isolarsi, a guardare le tante sollecitazioni che ci vengono dal contesto della società, dal sistema imprenditoriale e dagli stessi lavoratori, ad assumere decisioni all'altezza del momento, com'è nella storia della Cgil meridionale».