2 maggio 2024
Aggiornato 10:30
Bollettino economico

Bankitalia: ripresa ancora debole, i consumi ristagnano

«I redditi nel 2009 hanno perso oltre 2 punti percentuali. Le prospettive occupazionali rimangono incerte»

ROMA - In Italia la ripresa economica è ancora debole. Nonostante il rialzo dell'attività industriale nei primi due mesi del 2010, sulle prospettive di crescita pesano il ristagno dei consumi, con una domanda interna che non mostra un'inversione di tendenza rispetto al 2009, e la lenta ripresa dell'export. E' quanto osserva la Banca d'Italia nell'ultimo Bollettino economico sottolineando che, «sulla base di un insieme informativo ancora incompleto», il reddito disponibile «è calato di oltre due punti percentuali in termini reali nella media dello scorso anno» registrando la seconda flessione annua consecutiva.

INDUSTRIA - Il rialzo dell'attività industriale nel primo bimestre del 2010, unitamente ai segnali congiunturali positivi provenienti dai sondaggi qualitativi, prefigura - segnala Palazzo Koch - una ripresa della crescita nei primi tre mesi dell'anno». Ma «sull'intensità e i tempi della ripresa pesano tuttavia la perdurante debolezza dei consumi delle famiglie», preoccupate anche per le prospettive del mercato del lavoro, e «l'incertezza sulla capacità dell'economia italiana di agganciarsi al recupero degli scambi internazionali».

CONSUMI - Sul fronte dei consumi, finiti gli effetti temporanei degli incentivi fiscali alla rottamazione degli autoveicoli, la spesa delle famiglie appare frenata anche se, da aprile, «uno stimolo temporaneo ai consumi dovrebbe venire dalle misure di sostegno introdotte dal governo».

OCCUPAZIONE - «Le prospettive occupazionali rimangono incerte, in presenza di un progressivo deteriorarsi delle condizioni del mercato del lavoro». A sottolinearlo è la Banca d'Italia nell'ultimo Bollettino economico osservando come prosegua, nei primi mesi del 2010, il calo dell'occupazione. A febbraio, sulla base delle stime provvisorie dell'Istat, il numero di occupati risultava inferiore di oltre 700.000 unità (al netto dei fattori stagionali) rispetto al picco dell'aprile del 2008. Il tasso di disoccupazione si è collocato, sempre a febbraio all'8,5%, livello massimo dal marzo del 2003.

L'ALLARME DELLA BCE - La Banca centrale europea mette in guardia da possibili «ulteriori aumenti della disoccupazione nell'area dell'euro». Sui prossimi mesi «sono probabili», avverte l'istituzione monetaria nel suo ultimo bollettino mensile, «seppure a un ritmo minore rispetto a quello osservato e atteso nel 2009».
Dopo «una temporanea stabilità al volgere dell'anno - si legge nel Bollettino mensile - il tasso di disoccupazione nell'area dell'euro è salito in febbraio al 10 per cento, dal 9,9 in ognuno dei tre mesi precedenti, attestandosi al livello più elevato dall'agosto 1998. In prospettiva, gli indicatori delle indagini sono migliorati dai loro minimi, ma suggeriscono tuttora che ulteriori aumenti della disoccupazione nell'area dell'euro sono probabili nei prossimi mesi».
La Banca centrale europea, inoltre, ha spronato i governi dell'Unione monetaria a un «impegno risoluto» per il risanamento dei conti pubblici, che deve mettere in primo piano interventi sulla spesa pubblica. Alcuni paesi hanno avviato le manovre correttive già da quest'anno «tutti gli altri dovranno predisporre misure correttive al più tardi entro il 2011». E secondo la Bce occorrerà «spingersi ben oltre il requisito minimo di aggiustamento strutturale annuo, fissato nel Patto di stabilità e crescita allo 0,5 per cento del Pil, e provvedere alla definizione dettagliata e all'attuazione di strategie credibili di riequilibrio dei conti».