19 agosto 2025
Aggiornato 01:00
Forum Confindustria a Parma

Berlusconi: l'Italia non è in declino

Il presidente del Consiglio alla platea degli industriali: «Più poteri al governo». Marcegaglia: «Interventi subito»

PARMA - Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, parla una cinquantina di minuti al convegno di Confindustria a Parma. Gli imprenditori lo seguono per tutto il tempo e gli rispondono con una ventina di applausi anche se in alcuni passaggi, su alcuni temi delicati, il premier non è riuscito a strappare un cenno da parte della platea. Al termine del suo intervento una ragazza accreditata si è avvicinata ai piedi del palco e ha fatto una foto a Berlusconi che le ha sussurrato qualche parola all'orecchio prima che le guardie del corpo la accompagnassero all'uscita.

L'intervento del premier è iniziato alle 12.40. Prima di salire sul palco dei relatori, Berlusconi ha stretto la mano al direttore del Sole24Ore Gianni Riotta poi, avvicinandosi al leggio, il premier ha sussurrato: «Sono vecchio, ci metto del tempo». L'applauso più lungo Berlusconi se lo è aggiudicato alla fine quando, per concludere il suo intervento, ha parlato di un recente viaggio in Cina fatto dalla figlia in occasione della sua festa di laurea. Per oltre una ventina di secondi gli imprenditori hanno ringraziato il premier per il suo intervento prima che tornasse a sedere nelle prime fila accanto al presidente dell'unione industriali di Parma Daniele Pezzoni, il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, l'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Mauro Moretti. In sala fra i tanti partecipanti si nota la presenza come unico esponente del centrosinistra di Riccardo Franco Levi, ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio ai tempi di Romano Prodi.

«Non siamo in declino» - «L'Italia non è in declino e il merito non è del governo ma il merito è soltanto vostro. Non c'è stato un vero declino dell'industria manifatturiera italiana rispetto al contesto internazionale - afferma il premier - tra il 1999 e il 2007 il valore manifatturiero italiano è cresciuto più della Germania e della Francia»

Le riforme - «La prima riforma, ma non so se sarà la prima in ordine di tempo, forse la posticipiamo ad altre, è la riforma istituzionale. Il ministro Calderoli, piè veloce, ha voluto usare la cortesia di portare la prima bozza al presidente della Repubblica che aveva sommariamente discusso con me, ma state sereni - ha assicurato il premier - perché questa riforma della Costituzione la discuteremo in tante sedi e ascolteremo il parere di tutti».

I processi e la «griglia» mediatica - I processi contro il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sono «ridicoli, messi in opera soltanto per tenere l'avversario politico sulla griglia mediatica». Nella giustizia, ha insistito Berlusconi la situazione è «molto grave» perché «c'è in atto una patologia della nostra democrazia. Semplificando: la sovranità appartiene al popolo. Il popolo vota. E passa questa sovranità al Parlamento, che fa le leggi. Ma se queste leggi non piacciono a una certa corrente della magistratura e soprattutto ai suoi pm, queste leggi trovano molte difficoltà a venire fuori dal Parlamento, perché si chiede l'intervento del capo dello Stato, lo si critica anche. Se ricevono la firma del capo dello Stato i pm fanno eccezione di costituzionalità».

Marcegaglia: «basta promesse, ora impegni e tempi precisi» - La Marcegaglia ha avanzato anche le richieste del mondo delle imprese al governo. In particolare «entro 2 mesi, un impegno preciso e forte di investimento di almeno un miliardo in ricerca e di circa 1,5 miliardi sulle opere infrastrutturali che devono crescere». La presidente ha detto di non volere sentire più «promesse generiche» e di auspicare entro il 2010 «un impegno per tagliare la spesa pubblica corrente e conseguentemente tagliare le tasse sui lavoratori e sulle imprese». Gli imprenditori chiedono «impegni e tempi precisi» e per questo Marcegaglia propone «un taglio di spesa pubblica pari all'1% del pil all'anno per tre anni». In questi mesi, ha aggiunto, «le imprese e i lavoratori hanno tirato la cinghia, non è possibile che lo Stato non lo faccia». Dal canto loro le imprese non staranno a guardare: «Lanceremo la sfida di una crescita del 2% di Pil all’anno per tre anni: questo vuol dire 50 miliardi di euro in più di ricchezza e 700mila posti di lavoro in più. E’ una sfida importante che tutti noi dobbiamo portare avanti».

Trichet: «Bene Tremonti e sistema bancario» - Parole positive nei confronti della politica economica italiana erano state pronunciate nella stessa sede dal numero uno della Banca centrale europea, , Jean Claude Trichet: «La prospettiva di medio termine ha guidato la politica di bilancio in Italia durante la crisi. Il ministro dell'Economia ha resistito alle pressioni per l'introduzione di stimoli fiscali che vadano oltre l'alleggerimento che deriva dall'azione degli stabilizzatori automatici. Questa è una strategia appropriata, dato il suo scottante debito pubblico e in prospettiva della sua evoluzione nel lungo termine». Il presidente dell'Eurotower ha poi elogiato il sistema bancario italiano: «Le banche italiane, rispetto ai colleghi europei e del resto del mondo, hanno dimostrato un elevato livello di lucidità» e l'Italia nel complesso «ha una finanza privata sana, che non è mai caduta negli eccessi finanziari del recente passato. Resta un'economia manifatturiera, dove la finanza è il primo e principale supporto all'economia reale. La forte propensione al risparmio e la prudenza delle banche rappresentano quindi una piattaforma solida dalla quale l'economia può ripartire».