Vino: bene il sequestro del falso Chianti
La CIA chiede la massima severità contro chi froda in campo alimentare. Riflessi negativi per il “made in Italy”
ROMA - «Lo abbiamo sempre affermato e lo ripetiamo anche in questa occasione. Contro chi sofistica e falsifica in campo alimentare non ci deve essere alcuna tolleranza. Questi delinquenti vanno colpiti con la massima fermezza». Così il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi si è espresso in merito alla notizia, annunciata oggi all’inaugurazione del Vinitaly, dal ministro delle Politiche agricole Luca Zaia del sequestro di circa 10 milioni di litri di vino da tavola che potevano essere esportati come Chianti Docg, soprattutto negli Stati Uniti.
«Purtroppo, ancora una volta ci troviamo davanti a vicende -ha affermato Politi- che nulla hanno a che fare con l’agricoltura ma che, inevitabilmente, hanno riflessi negativi sull’immagine dell’agroalimentare ‘made in Italy’. Oltretutto, vanno a colpire un marchio come quello del Chianti famoso in tutto il mondo e vero fiore all’occhiello del nostro export vitivinicolo».
«Appare, tuttavia, molto strano che -ha aggiunto il presidente della Cia- una notizia del genere sia stata data proprio al Vinitaly, visto che la vicenda risale alla fine dello scorso anno, come confermato dallo stesso Consorzio del Chianti Classico. Consorzio al quale va tutto il nostro sostegno e la nostra piena fiducia per il lavoro svolto in difesa e per la valorizzazione di produzioni di altissima qualità e apprezzate dai consumatori a livello internazionale».
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