E' boom per le imprese cinesi in Italia
Concentrate in Lombardia, Toscana, Veneto, Emilia Romagna. I piccoli negozi di vicinato e gli ambulanti sono i settori dove sono più presenti
MILANO - E' boom per le imprese cinesi in Italia: ormai hanno quasi raggiunto quota cinquantamila (precisamente 49.854) e le loro attività si concentrano principalmente in Lombardia, Toscana, Veneto ed Emilia Romagna. Dal 2002 al 2009 la loro presenza, lungo la nostra penisola, è cresciuta del 131,1%.
I piccoli negozi di vicinato e gli ambulanti sono i settori dove sono più presenti: segue il manifatturiero ed in particolare il tessile, l'abbigliamento, la pelletteria e le calzature. E' questo il primo identikit dell'imprenditoria cinese presente in Italia elaborato dall'Ufficio Studi della Cgia di Mestre.
«PRESENZA MASSICCIA» - La Cina - esordisce il segretario della Cgia di Mestre Giuseppe Bortolussi - è sempre più vicina. Ci preoccupiamo, forse, in maniera eccessiva per la concorrenza che ci viene portata dai prodotti provenienti dall'impero celeste, ma rischiamo di sottovalutare la presenza dei loro imprenditori sul nostro territorio che è sempre più massiccia e diffusa. Ormai in alcune zone del Paese alcune filiere produttive o commerciali sono completamente in mano loro. Senza contare - conclude Bortolussi - il ritorno di fenomeni preoccupanti come lo sfruttamento della manodopera e il capolarato che da decenni avevamo praticamente debellato».
10.000 IMPRESE IN LOMBARDIA - L'istantanea diventa davvero dettagliata quando gli esperti dell'associazione artigiani mestrina «zoomano» sulla cartina del Belpaese. Si scopre infatti che a fine 2009 il maggior numero di imprenditori cinesi si trova in Lombardia (10.129); seguono i colleghi che vivono e lavorano in Toscana (9.840) e quelli che hanno scelto il Veneto come regione in cui avviare l'impresa (5.798). Mentre in Emilia Romagna sono 5.035 e in Lazio 4.587. Al Sud a contare la più consistente comunità imprenditoriale cinese è la Campania (2.522 imprenditori), seguono la Sicilia (2.077) e la Puglia (1.085).
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