Berlusconi voleva rimuovere il target 30% riduzione CO2

BRUXELLES - Il premier italiano, Silvio Berlusconi, ha tentato di far rimuovere dal testo delle conclusioni del Consiglio europeo, svoltosi ieri e oggi a Bruxelles, il riferimento all'obiettivo dell'Ue di ridurre le emissioni di gas serra del 30% entro il 2020, a condizione che gli altri paesi industrializzati facciano sforzi comparabili. Il retroscena è stato riferito dall'agenzia di stampa tedesca Dpa e confermato all'Apcom da fonti comunitarie.

Nella bozza delle conclusioni che circolava stamattina a Bruxelles, in effetti, il riferimento al target del 30% era scomparso; ma è ritornato nel testo finale, dopo che Berlusconi, partendo anzitempo per le ultime battute della campagna elettorale delle regionali, aveva abbandonato il campo, lasciando il presidente 'stabile' del Consiglio europeo Herman Van Rompuy a rappresentarlo.

Nel frattempo, il commissario Ue al Clima, la danese Connie Hedegaard, venuta a conoscenza del tentativo del premier italiano, si era attivata per contrastarlo, così come hanno fatto diverse delegazioni nazionali, (nordici e britannici, ma anche francesi e belgi, secondo alcune fonti), insistendo per riprendere la formulazione originaria del testo, comprensiva del riferimento al 30%. All'inizio solo Cipro aveva sostenuto la richiesta italiana, mentre è mancato il sostegno polacco che ci si sarebbe potuti attendere.

Nelle conclusioni approvate alla fine dal Consiglio europeo si legge che tra «gli obiettivi comuni che guidano l'azione degli Stati membri dell'Unione» per la strategia economica 'Europa 2020' c'è anche quello di «ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 20% rispetto ai livelli del 1990», aumentando al contempo al 20% la quota di energie rinnovabili nel consumo energetico finale e puntando a un miglioramento del 20% dell'efficienza energetica (così come è stabilito dalla legislazione, già in vigore, del 'pacchetto clima-energia').