2 maggio 2024
Aggiornato 08:30
Produttori con l’acqua alla gola oppressi da costi insostenibili

Serre a rischio chiusura

Senza l’«accisa zero» è aumento record per il gasolio agricolo (più 35 per cento)

ROMA - Per le serre italiane si rischia il tracollo. L’aumento record del prezzo del gasolio agricolo (più 35 per cento in un anno), in massima parte dovuto al mancato ripristino dell’»accisa zero», al quale si aggiungono gli altri pesanti costi produttivi e quelli contributivi e burocratici, ha reso la situazione del settore drammatica. Molte aziende floricole e orticole corrono il pericolo di chiudere definitivamente i battenti. L’andamento stagionale, caratterizzato da basse temperature, ha fatto il resto: è cresciuto enormemente il ricorso al riscaldamento delle strutture serricole e ciò ha determinato il conseguente incremento di consumi di carburanti. A lanciare l’allarme è la Cia-Confederazione italiana agricoltori che denuncia uno scenario fortemente negativo per il settore e un profondo stato di incertezza tra i produttori.

Un’incertezza -avverte la Cia- provocata sia dalla decisione della Commissione Ue con la quale si è dichiarata illegittima la riduzione dell’accisa che dalla circolare dell’Agenzia delle Dogane con la quale veniva confermata la posizione comunitaria. Il risultato è stato uno solo: le ditte fornitrici hanno iniziato ad effettuare i rifornimenti senza praticare l’agevolazione. E i serricoltori si sono trovati a pagare un onere pesante che ha fatto saltare i bilanci aziendali.

Nonostante le assicurazioni del ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Luca Zaia, il quadro -rimarca la Cia- resta caotico: incertezze e migliaia di serricoltori che sono costretti a sborsare cifre considerevoli che minano il proseguimento dell’attività. E tutto ciò diventa ancora più grave se si considera il momento di emergenza per le produzioni in serra. Gli imprenditori fanno i conti con una crescita opprimente dei costi e con un crollo verticale dei prezzi.

Sul problema si è attivata anche l’Assopetroli che, in più occasioni, ha sollecitato al governo i provvedimenti necessari, aderendo, nella sostanza, alle richieste degli agricoltori.
D’altra parte, l’agevolazione -ricorda la Cia- fu introdotta per contenere i pesanti effetti del caro-gasolio, le cui quotazioni, però, continuano ad essere sempre molto elevate ed incidono sulla gestione delle serre. Appare, quindi, assurdo che l’»accisa zero» sia stata cancellata, provocando danni incalcolabili.
La Cia, nelle scorse settimane aveva chiesto che un provvedimento «ad hoc» venisse inserito nel decreto «milleproroghe», approvato definitivamente la scorsa settimana. Purtroppo, la risposta che i serricoltori attendevano non è arrivata. E il settore è oggi nel dramma.

Per questa ragione, la Cia -che ha chiesto l’estensione del «bonus» gasolio per tutte le imprese agricole, in considerazione dei gravosi oneri produttivi e contributivi che sono costrette a sostenere- sollecita un pronto intervento per scongiurare un pesante aumento dei costi per le serre. Intervento che sia compatibile con le norme Ue ed eviti così un’ulteriore querelle. Una misura, quindi, che sia in grado di garantire un futuro alle aziende italiane che operano nell’ orto-florovivaismo e non solo.