18 marzo 2025
Aggiornato 08:00
«L'unica via d'uscita dalle crisi: People First»

La povertà in caduta libera in 18% Paesi

Rapporto Social Watch: «L'aiuto pubblico in Italia subirà un drammatico taglio fino a 0,17%»

ROMA - Quale ruolo può e deve giocare l'Italia in vista degli appuntamenti del 2010 sullo sviluppo? Non più promesse ma urgenti e concreti impegni, è la richiesta unanime della società civile italiana, come si legge in un comunicato diffuso dalla ong Social Watch, che presenta oggi il proprio 14esimo rapporto annuale, «L'unica via d'uscita dalle crisi: People First».

Il rapporto analizza le conseguenze sociali e ambientali delle recenti crisi internazionali e come ogni anno propone, attraverso degli indici alternativi, un'analisi del livello di povertà e uguaglianza tra uomo e donna nel mondo. In accordo con l'approccio adottato dal Social Watch, gli indici sono basati sui diritti umani invece che sul reddito.

Tramite l'Indice delle Capacità di Base (Bci), il rapporto analizza lo stato di salute e il livello dell'istruzione elementare di ciascun Paese. Il Bci è un indice alternativo che definisce la povertà non in termini di reddito, ma in base alla possibilità di godere di alcuni diritti fondamentali. In particolare, l'indice è costruito attraverso l'analisi di alcuni fattori determinanti per lo sviluppo di un Paese: la percentuale di bambini che arriva alla quinta elementare, la sopravvivenza fino ai cinque anni di età e la percentuale di nascite assistite da personale qualificato. A livello mondiale, emerge che nel 18% dei Paesi è in atto una regressione in alcuni casi accelerata. Tra questi, il 41% fa parte dell'Africa subsahariana.

Lo scenario desta ancor più preoccupazione se si considera che solo Danimarca, Norvegia, Svezia, Olanda e Lussemburgo hanno rispettato gli obiettivi delle Nazioni Unite, destinando almeno lo 0,7% del Pil all'Aiuto Pubblico allo Sviluppo (Aps). Nonostante le ripetute promesse del nostro governo, si prevede che l'Aiuto Pubblico allo Sviluppo in Italia subirà un drammatico taglio, scendendo dallo 0,2% del Pil a meno dello 0,17%. Al pari della Grecia e di poco al di sopra della Repubblica Ceca, l'Italia si ritrova così agli ultimi posti tra i Paesi industrializzati.