9 dicembre 2024
Aggiornato 17:30
Pubblico impiego. Scuola

Uil: da Prodi e Berlusconi un crescendo di tagli alla scuola

I dati della ricerca nazionale: spariti 400 plessi, 50mila docenti, 21mila Ata. Presto altri 75mila

ROMA - Negli ultimi quattro anni le Finanziarie di risparmi approvate dai governi Prodi e Berlusconi hanno prodotto il taglio di 50mila docenti, 21mila Ata, 400 plessi scolastici, 33mila pensionamenti non rimpiazzati e 23 mila precari senza conferma del'incarico: sono i dati della ricerca nazionale «Un crescendo di tagli», svolta dall'ufficio studi della Uil Scuola e presentata oggi a Lecce durante la giornata di apertura del XII congresso nazionale del sindacato confederale. Durante l'esposizione della ricerca è stato spiegato come sul fronte degli investimenti in istruzione l'attuazione dei tagli, peraltro ancora non terminati poiché ulteriori riduzioni di organico sono programmate per il prossimo biennio (spariranno altri 45mila docenti e 30mila Ata), hanno fatto scivolare il nostro paese sempre più in basso.

Dalla ricerca è emerso che alle sperimentazioni dell'ultimo governo Prodi «volte ad innalzare la qualità del servizio di istruzione ed accrescere efficienza ed efficacia della spesa» fanno eco le politiche dell'attuale governo Berlusconi finalizzate ad «una migliore qualificazione dei servizi scolastici» e ad «una piena valorizzazione professionale del personale». Ma al di là delle intenzioni, «cifre alla mano, si scopre - sostengono dalla Uil Scuola - di avere una sequenza abbastanza continua, con una brusca accelerata dei fenomeni legati ai 'tagli' nell'ultimo anno».

Gli alunni - continua il sindacato - tendono lentamente a crescere, le classi a diminuire, con il risultato di classi sempre più affollate. Gli ultimi quattro anni hanno fatto registrare, oltre alla comparsa di 'clausole di salvaguardia', 'tagli programmati', 'tagli da realizzare' (governo Prodi) e 'un piano programmatico di interventi volti alla razionalizzazione dell'utilizzo delle risorse umane e strumentali del sistema scolastico' (governo Berlusconi)».

Tradotto in cattedre, cioè in posti di insegnamento, la scuola ha fatto registrare un saldo negativo, pari a 50 mila cattedre in meno e 21 mila posti tagliati come amministrativi, tecnici ed ausiliari. Saldo negativo anche per il turn-over: quasi 33 mila pensionamenti non sono stati rimpiazzati. E circa 23 mila precari non hanno avuto conferma del'incarico.

Il risultato è che oggi l'Italia - ha detto il segretario generale Uil Scuola, Massimo Di Menna, durante la sua relazione introduttiva - occupa al 24° posto su 27 paesi Ue perché si spende solo il 9,7% della spesa pubblica rispetto all'11% della media europea. E sul fronte specifico dell'istruzione ci collochiamo al 18° posto perché spendiamo il 4,7% del Pil, a fronte del 5,1 della media europea».