19 aprile 2024
Aggiornato 04:30
Il mondo della scuola di nuovo in piazza

Cobas, Gilda e Cgil si mobilitano contro riforma e tagli

Il 12 marzo sciopero dei comitati di base. Protesta anche per l'apprendistato a 15 anni

ROMA - Il mondo della scuola di nuovo in piazza. In risposta all'introduzione da settembre della riforma della scuola superiore e alla volontà del governo di anticipare l'immissione dei giovani nel mondo del lavoro, attraverso l'emendamento Cazzola approvato in settimana dalla commissione Lavoro, una parte dei sindacati della scuola ha deciso di mobilitarsi attraverso iniziative proprie: mentre Flc-Cgil e Gilda programmano forme di protesta da attuare direttamente nelle scuole, i Cobas hanno proclamato per venerdì 12 marzo lo sciopero generale dell'intero comparto contro quello che definiscono un vero e proprio «massacro della scuola».

La contestazione dei comitati di base prevede, oltre all'astensione dal lavoro, anche una manifestazione nazionale a Roma: gli organizzatori hanno già comunicato che il corteo sarà guidato da una rappresentanza delle decine di migliaia di precari del settore istruzione. Secondo Piero Bernocchi, portavoce dei Cobas, il personale non di ruolo è quello che maggiormente risentirà della politica dei tagli e delle riforme imposta dal governo: «i precari sono anche quelli che - dichiara il leader dei comitati di base - in questi mesi si sono battuti coraggiosamente in difesa della scuola pubblica, della qualità dell'insegnamento e del loro posto di lavoro».

Sono diversi i motivi che hanno portato alla decisione di incrociare le braccia il prossimo 12 marzo: oltre alla richiesta per l'ormai scontato avvio, dal prossimo 1° settembre, della «micidiale riforma delle superiori», i Cobas contestano anche le riduzioni di organico, il 'decreto Brunetta' sulle nuove fasce di reperibilità di sette ore anzichè 4 (in vigore dal 4 febbraio) e il ddl Aprea sul nuovo stato giuridico ed economico dei docenti. Chiedono, inoltre, di innalzare l'età dell'obbligo scolastico e l'assunzione di circa 10.000 precari su tutti i posti disponibili.

Rivendicano, poi, maggiore «democrazia sindacale nelle scuole e la restituzione a tutti del diritto di assemblea» poiché ad oggi i sindacati minoritari non hanno la possibilità di organizzare riunioni in orario di servizio (a meno che non vi siano eletti Rsu nell'istituto).