18 aprile 2024
Aggiornato 21:30
Prezzi & Consumi

Prezzi record per la pasta nel 2009

E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat ed Ismea

ROMA - La pasta conquista nel 2009 lo scandaloso record del maggior incremento nella forbice dei prezzi tra produzione e consumo, facendo registrare un aumento al dettaglio di ben il 3,4 per cento nonostante il calo record del 28,2 per cento nel costo dei cereali. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat ed Ismea relativi al 2009, svolta in occasione della convocazione dei produttori di pasta da parte del garante dei prezzi Roberto Sambuco.

Nel corso del 2009 il prezzo della pasta è - sottolinea la Coldiretti - ulteriormente aumentato (+3,4 per cento) mostrando un andamento opposto a quello del grano duro con le quotazioni dei cereali che si sono ridotte del 28,2 per cento. Il risultato è stato – precisa la Coldiretti - un ulteriore aumento della forbice dei prezzi tra produzione e consumo con la pasta che viene venduta in media a 1,4 euro al chilo mentre il grano viene pagato agli agricoltori appena 0,18 euro al chilo, con un ricarico superiore al 400 per cento se si tiene conto delle rese di trasformazione.

Nonostante le distorsioni gli acquisti familiari di pasta di semola in Italia in quantità sono rimasti pressoché stabili (+0,1 per cento) secondo le previsioni Ismea, con il primato degli italiani nel consumo che è fissato - sottolinea la Coldiretti - attorno ai 26 chili a persona, tre volte superiore a quello di uno statunitense, di un greco o di un francese, cinque volte superiore a quello di un tedesco o di uno spagnolo e sedici volte superiore a quello di un giapponese. In Italia sono consumati oltre 1,5 milioni di tonnellate di pasta, per un controvalore di 2,8 miliardi di euro ma nonostante il successo della pasta in Italia e nel mondo si è verificato - denuncia la Coldiretti - un crollo dei prezzi pagati agli agricoltori che in queste condizioni economiche sono costretti a ridurre le semine di grano duro destinato alla produzione di pasta italiana, che interesseranno quest'anno probabilmente una superficie di terreno attorno al milione di ettari, con un calo stimato del 25 per cento. Per salvare la pasta di grano italiano la Coldiretti è impegnata nel progetto una «filiera agricola tutta italiana» per combattere le distorsioni e le speculazione dal campo alla tavola con il coinvolgimento delle imprese agricole, dei mercati degli agricoltori, delle cooperative e dei Consorzi Agrari che hanno recentemente varato l'holding «Consorzi Agrari d'Italia.

Le distorsioni hanno in realtà interessato l’intero sistema agroalimentare, con i prezzi riconosciuti agli agricoltori in campagna che si sono ridotti in media dell’11,1 per cento nel 2009, ma al consumo nello stesso arco di tempo si è verificato - afferma la Coldiretti - un aumento medio dell’1,8 per cento per i prodotti alimentari che sono cresciuti peraltro piu’ del doppio dell’inflazione. Nelle campagne la riduzione nel 2009 ha interessato principalmente i cereali, i cui prezzi hanno subito una flessione del 28,2 per cento e i vini, in calo del 19,5 per cento, ma contrazioni significative sono state registrate - sottolinea la Coldiretti - anche per la frutta (-13,4 per cento), per l'olio d'oliva (-13,2 per cento), per il latte (-11,4 per cento) e per i suini (-6,0 per cento). A differenza - precisa la Coldiretti -, i prezzi di vendita al consumo durante l’anno sono state in aumento per tutte le categorie di prodotto con l’eccezione delle patate, del burro, dell’olio di oliva e delle zucchero. In particolare è aumentato del 2,8 per cento il vino, del 2,2 per cento la frutta, dell’1 per cento la carne di maiale e il pane ed è rimasto invariato il latte

I consumatori italiani - continua la Coldiretti - non hanno potuto beneficiare della forte riduzione dei prezzi agricoli, che rischia invece di provocare l'abbandono delle campagne, a causa delle inefficienze e delle speculazioni lungo la filiera agroalimentare che sono costate, a cittadini ed imprese agricole, 5,8 miliardi nel 2009 per effetto dell’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari nonostante il forte calo nei prezzi delle materie prime agricole.

Pochi centesimi pagati agli agricoltori nei campi diventano euro al consumo con il risultato di un aumento della forbice nel passaggio dei prodotti dal campo alla tavola durante il quale - sostiene la Coldiretti - i prezzi degli alimenti moltiplicano oggi in media cinque volte. Si tratta - conclude la Coldiretti - di un forte ostacolo alla ripresa economica in un Paese dove quasi un euro su quattro si spende per la tavola con gli acquisti di alimentari e bevande che ammontano complessivamente a 215 miliardi di euro all'anno (dei quali 144 a casa e 71 per mangiare fuori), con l'agroalimentare che svolge peraltro una funzione da traino per l'intero Made in Italy all'estero