Tremonti: la riforma fiscale è possibile
Il ministro al Messaggero: «Così è stata spiazzata la sinistra. Non si può entrare nel nuovo secolo con gli strumenti di 50 anni fa»
ROMA - La riforma fiscale annunciata dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è possibile, ma «servono determinazione, grande prudenza e grande consenso». A dirlo è il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, in un'intervista al Messaggero. Il ministro ritiene, inoltre, che le politiche economiche del governo abbiano «sgretolato l'antiberlusconismo». «Se la sinistra - sottolinea Tremonti - si preoccupa non di coltivare idee ma di rimettere in piedi una coalizione contro Berlusconi, alimentata dall'ossessione contra personam fino all'odio, fallirà ancora una volta».
DEBITO PUBBLICO - Proprio sulla dinamica crescente del debito pubblico Tremonti segnala che l'aumento dello stock è legato alla scelta di «conservare la spesa sociale» e segnala due aspetti rilevanti: «Primo, il debito pubblico italiano per la prima volta cresce meno della media europea. Secondo, i premi di rischio sul debito italiano sono minori rispetto a quelli di Paesi che hanno un debito più basso. Dietro questo fatto - conclude Tremonti - c'è una valutazione complessiva e finora positiva dello stato economico e della politica di bilancio italiana».
RIFORME - Ieri Silvio Berlusconi parlando al telefono con alcuni europarlamentari del Pdl, ospiti nella casa piemontese di Vito Bonsignore, ha detto «Sarà un anno impegnativo, siate pronti a rimboccarvi le maniche perché ci sarà da lavorare su tre obiettivi: giustizia, scuola e fisco».
Proprio la menzione del fisco ha creato polemiche: «Riforma» non vuol dire una riduzione delle tasse, ha specificato in serata il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti precisa: «'La riduzione delle tasse nel 2010'? Questa frase dal presidente Berlusconi non è mai stata pronunciata». Il presidente del Consiglio ha detto in effetti «Siamo stati bravi a non aumentare le imposte, ora faremo una riforma del fisco».
Le tre riforme per il 2010 sono comunque segnate. «Spero che gli altri collaborino a farle - ha precisato Berlusconi - altrimenti andremo comunque avanti da soli». Si partirà dalla giustizia: la prossima settimana Senato e Camera saranno impegnati rispettivamente su processo breve e legittimo impedimento, due provvedimenti messi a punto per evitare al premier i processi Mills e diritti Mediaset. Ma è imminente anche la presentazione di un nuovo lodo Alfano, la legge che sospende i processi per le alte cariche dello Stato bocciata dalla Corte Costituzionale in autunno, stavolta attraverso una legge costituzionale. Poi toccherà alla scuola.
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