28 marzo 2024
Aggiornato 12:30
Hanno sostituito il «massimo scoperto»

Banche: le nuove commissioni 15 volte più costose

Lo afferma l'Antitrust in una segnalazione inviata al Governo, al Parlamento e alla Banca d'Italia

ROMA - Le nuove commissioni bancarie che hanno sostituito la Commissione di massimo scoperto si stanno rilevando più costose per i consumatori. Lo afferma l'Antitrust in una segnalazione inviata al Governo, al Parlamento e alla Banca d'Italia, al termine di un monitoraggio effettuato sulle condizioni alla clientela applicate da sette Istituti bancari, valide anche per le banche dei rispettivi gruppi.

Il «rosso» da 2 a 15 volte più costose - Dall'analisi, che può considerarsi rappresentativa dell'intero sistema bancario, in quanto ha coinvolto tutti i maggiori operatori del settore, sottolinea l'Antitrust, emerge che per gli scoperti transitori di conto corrente si è verificato un innalzamento dei costi per i correntisti. In particolare per lo scoperto è emerso che, considerando importi e durate del «rosso» rappresentativi di un comportamento medio dei correntisti privi di fido, le nuove condizioni economiche si presentano in cinque casi peggiorative, in una misura che varia da circa il doppio sino a quindici volte. In un sesto caso le condizioni sono risultate equivalenti a quelle vigenti con il precedente regime normativo, mentre solo in un caso sono più vantaggiose.

Massimo scoperto - Per i clienti che possono contare invece sul fido la situazione ha subito un sostanziale peggioramento rispetto alla semplice applicazione della Commissione di massimo scoperto fino all'entrata in vigore della legge 3 agosto 2009, numero 102, in base alla quale l'ammontare del corrispettivo omnicomprensivo per il servizio di messa a disposizione delle somme non può superare lo 0,50%, per trimestre dell'importo dell'affidamento, a pena di nullità del patto di remunerazione. La modifica, sottolinea l'Antitrust, ha così ridotto le precedenti aliquote trimestrali variabili dallo 0,90% al 1,50% trimestrale, oppure aliquote annue ricomprese tra il 3,60% e il 6%. Si trattava di aliquote che, secondo le verifiche effettuate dall'Autorità, risultavano sempre peggiorative della Commissione di Massimo Scoperto quando gli utilizzi delle somme avvenivano entro il fido e più vantaggiose solo quando si verificava uno sconfinamento rispetto alla somma affidata, penalizzando così i comportamenti dei clienti virtuosi. Nei casi in cui il massimo utilizzo nel trimestre era pari al fido gli importi addebitati a seguito dell'applicazione della Commissione di Massimo Scoperto e dell'applicazione delle commissioni sostitutive invece coincidevano.