Scuola, da gennaio reperibilità malattia a 7 ore
Sindacati in rivolta. Cgil: «Improbabili calcoli sull'assenteismo». Gilda: «Al via contenzioso»
ROMA - Da gennaio il personale della scuola in malattia, al pari di tutti i dipendenti pubblici (tranne militari e vigili del fuoco), sarà sottoposto a delle nuove fasce di reperibilità entro le quali saranno possibili le visite domiciliari del medico fiscale: la decisione di passare da 4 a 7 ore di reperibilità, per scoraggiare i «furbi» ad assentarsi, è fortemente criticata dai sindacati dei categoria.
L'abbandono delle 11 ore, voluto dal ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, per tornare ai controlli tradizionali (dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19) è durato solo sei mesi. Nei prossimi giorni il decreto ministeriale, del 18 dicembre 2009, con il quale lo stesso ministro fissa la nuova reperibilità dalle 9,00 alle 13,00 e dalle 15,00 alle 18,00, approderà in gazzetta ufficiale ed entro 15 giorni diventerà operativo.
Si tratta di un provvedimento che sta creando non poche polemiche. Se per il ministero della Funzione pubblica il ritorno alle 4 ore tradizionali di reperibilità avrebbe innescato sensibili incrementi di assenteismo, con punte del 40%, la Flc-Cgil parla di «ripensamento sulla base di improbabili calcoli sull'assenteismo dei dipendenti pubblici»: secondo Ed anche se per la prima volta saranno esclusi dall'obbligo di reperibilità i dipendenti le cui assenze per malattia dipendano da patologie gravi che richiedono terapie salvavita, infortuni sul lavoro, causa di servizio, stati patologici connessi ad invalidità riconosciuta (oltre quelli nei confronti dei quali é stata già effettuata la visita fiscale per il periodo di prognosi indicato nel certificato), il sindacato di Pantaleo se la prende con il ministro Brunetta commentando il suo operato come «accecato dal sacro furore ideologico».
I sindacati contestano, inoltre, la novità normativa, contenuta nel decreto legislativo n. 150 approvato a novembre, che permette al ministro della Funzione pubblica di mutare unilateralmente l'orario di reperibilità.
Dello stesso parere dei lavoratori della conoscenza Cgil è la Gilda degli insegnanti, che esprime «netto dissenso rispetto a provvedimenti schizofrenici e inutilmente punitivi, che niente hanno a che vedere - sostiene l'organizzazione coordinata da Rino Di Meglio - con razionali criteri di garanzia del funzionamento e dell'efficienza della pubblica amministrazione».
La Gilda degli insegnanti ha anche comunicato di aver avviato «un contenzioso per far pagare allo Stato le ore di reperibilità al domicilio eccedenti l'orario di lavoro settimanale»: il sindacato ha già fatto ricorso alla Corte Costituzionale.
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