19 aprile 2024
Aggiornato 09:00
Pubblico impiego. Scuola

Il Miur pubblica il decreto pensioni: domande entro 16 gennaio

Il provvedimento riguarda tutto il personale in servizio: servono 59 anni e 36 di contributi

ROMA - Il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, ha oggi emesso il decreto ministeriale (il n. 95) che indica nel 16 gennaio il termine per la presentazione delle domande volontarie di pensionamento, o di trattenimento in servizio: il provvedimento riguarda tutto il personale in servizio, quindi dirigente, docente, educativo, amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola.

Il termine riguarda diverse situazioni: la domanda per il collocamento a riposo per compimento del 40esimo anno di servizio, la cessazione anticipata rispetto alla data finale indicata nel provvedimento di trattenimento in servizio e la richiesta di trasformazione del rapporto di lavoro a tempo parziale.

Il decreto, accompagnato da una circolare esplicativa, indica che potranno fare domanda pure coloro che hanno intenzione di rimanere in servizio «oltre il raggiungimento del 65° anno di età ai fini del raggiungimento dell'anzianità minima o massima». La scadenza, precisa il Miur, varrà anche come «eventuale revoca di tali domande».

Sulla base del «pacchetto» di riforma sul welfare voluto dall'ex ministro del Lavoro del governo Prodi, Cesare Damiano, ed approvato a fine 2007, potranno fare domanda di pensionamento anticipato tutti i lavoratori della scuola, al pari di quelli pubblici, che rientreranno nei requisiti minimi (pari a quota 95): che corrisponde ad almeno 59 anni di età (per gli autonomi la quota minima anagrafica è invece di 60 anni di età) e 36 anni di contribuzione.

Dal primo gennaio 2011, e fino al 31 dicembre 2012, per i lavoratori dipendenti con un'età anagrafica non inferiore a 60 anni entrerà in vigore quota 96 (per gli autonomi quota 97 con almeno 61 anni). Poi dal 2013 i dipendenti statale dovranno aver accumulato 97 anni (minimo 61 anni di età e un anno ancora in più sarà richiesto agli autonomi), con un ulteriore slittamento di un anno, sia per la parte contributiva e sia per quella di anzianità anagrafica.

Pochissime le eccezioni per prescindere da nuovi vincoli: aver accumulato 40 anni di contributi, indipendentemente dall'età anagrafica, o aver svolto attività usuranti. Solo questi ultimi - palombari, conducenti di veicoli pesanti del trasporto pubblico, chi opera nella catene di montaggio, nei lavori in galleria o nelle cave, nei lavori in altezza e nel lavoro notturno per minimo 80 notti l'anno e almeno negli ultimi sette anni - potranno ancora andare in pensione con 57 anni e 35 di contributi.

Lo scorso anno nella scuola andarono complessivamente in pensione circa 41.000 docenti, dirigenti ed unità di personale Ata. L'anno precedente circa 10.000 in meno. Mentre nel 2007 si toccò la cifra record pari a 52.291 pensionamenti (l'80% dei quali relativi al corpo insegnante ed il 70% dei quali a seguito di domande volontarie). Il record negativo dell'ultimo decennio è stato toccato nel 2001, quando lasciarono la scuola appena 15 mila dipendenti.