28 agosto 2025
Aggiornato 09:30
Reazioni. Dati OCSE

Per la UIL è presto per parlare di ripresa

Foccillo: «Mentre il PIL cresce nei dati statistici i posti di lavoro svaniscono e non solo statisticamente»

ROMA - L'OCSE fa molto uso del Composite leading indicators per le sue previsioni a breve termine, purtroppo però si tratta di uno strumento molto tecnico, che non dice nulla sullo stato strutturale dell'economia poiché si limita a cercare di prevedere la performance a breve, indicando l'attesa di fasi di espansione o di recessione, indipendentemente dai fattori scatenanti.
Sembra decisamente fuori luogo, insomma esultare per i dati lusinghieri di queste stime per l'Italia.

In realtà quello che viene indicato è un contesto di sostanziale stagnazione, in cui è difficile attendersi una buona performance economica, ma dove è possibile che l'andamento a breve dell'economia italiana possa essere di consolidamento invece che di ulteriore crollo. Tutto questo, senza che si dica nulla sulle cause effettive della crisi in Italia, che non sono la caduta dei mercati finanziari ma gli scarsi investimenti, i redditi bassi e la sostanziale assenza di mobilità sociale: elementi strutturali, che la crisi globale acuisce pur non essendone la causa diretta.

Mentre il PIL cresce nei dati statistici i posti di lavoro svaniscono e non solo statisticamente. L’impatto complessivo sarà molto negativo e ci sarà un'ulteriore flessione nella dinamica occupazionale, che colpirà tutte le aree geografiche ed in particolare le aziende del commercio e del settore manifatturiero.
Allora la ricetta di sempre è quella di mantenere i posti di lavoro con aiuti alle imprese per innovazione e ricerca ed aiuti ai lavoratori e i pensionati, aumentando il potere d’acquisto con una riduzione della tassazione, a partire dalla riduzione sulla tredicesima per favorire i consumi ed accompagnare l’eventuale ripresa.