Crisi, è scontro di cifre fra Draghi e Governo
Il Governatore: «Persi 650mila posti di lavoro». Sacconi: «Azzardate elaborazioni»
ROMA - Ora si litiga anche sulle cifre. Per il Governatore della Banca d'Italia la recessione ha già cancellato 650 mila posti di lavoro. Ma il ministro del welfare lo corregge stizzito: «Contano solo i dati forniti dall' Istat e solo all' Istituto di Statistica nazionale ci si deve riferire. Per l'Istat i disoccupati a causa della crisi sono stati solo 378 mila, con una riduzione sul totale dell' 1,6 per cento. Il resto sono azzardate elaborazioni» .
La verità è che c'è una crisi ufficiale e una ufficiosa. Quella ufficiosa denuncia che dietro le virgole ci sono centinaia di migliaia di aziende sull' orlo del collasso e con le imprese sono in pericolo i posti dei dipendenti che vi lavorano. La provano gli appelli continui sul giornale della Confindustria e le manifestazioni spontanee: ieri sera sono tornati a riunirsi in Piemonte i piccoli industriali che nello scorso luglio avevano manifestato a Roma, e il quadro che ne è uscito è tutt'altro che rassicurante.
DRAGHI - La crisi ha toccato il fondo portandosi via 650 mila posti di lavoro l'anno scorso e altri ne mieterà entro fine anno. E non è detto che la debole ripresa in atto abbia la forza di camminare sulle sue gambe, ovvero senza il sostegno delle politiche economiche fino ad ora decise, a meno di avviare subito il cammino delle riforme. E' il messaggio lanciato oggi dal governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, intervenendo alla Giornata mondiale del risparmio.
OCCUPAZIONE - Tuttavia l'impatto della crisi sull'occupazione è stato forte ed è lungi dall'essersi esaurito. In un anno, ha detto Draghi, da settembre 2008 a settembre 2009, sono stati persi 650.000 posti di lavoro ed è probabile che negli ultimi mesi del 2009 ci saranno ulteriori perdite, ha affermato Draghi: «Registreremo presumibilmente ulteriori perdite di occupazione in questi mesi finali dell'anno».
«La fase più acuta della crisi - ha aggiunto - è superata: il Pil è tornato a crescere nel terzo trimestre, dopo oltre un anno di continua flessione. Tuttavia, se i sondaggi qualitativi delineano dalla primavera un quadro più favorevole, restano deboli i segnali quantitativi, soprattutto sulle componenti interne della domanda».
BERLUSCONI - Anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è convinto che il peggio sia ormai passato e, in un messaggio, ha assicurato che il governo adotterà tutti i provvedimenti necessari per favorire il rilancio dell'economia reale. Il Governo, ha detto, adotterà «tutti i provvedimenti che si renderanno necessari a favorire l'uscita dalla crisi e rilancio dell'economia reale».
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