Recessione USA finita, ma i problemi per l'economia restano
Obama avverte: «Strada per completa ripresa è ancora lunga»
NEW YORK - Il ritorno alla crescita del prodotto interno lordo degli Stati Uniti nel terzo trimestre segna ufficialmente la fine della peggior recessione dagli anni '30 per il paese. Ma la salute dell'economia è ancora fragile e l'onda lunga della crisi si fa sentire sull'occupazione costringendo gli americani a rimanere con i piedi per terra.
Il dipartimento del Commercio ha rilevato un aumento del 3,5% del Pil per il terzo trimestre, un dato migliore delle stima degli analisti, che attendevano una crescita del 3,3 per cento.
Il dato diffuso ieri ha messo fine a quattro trimestri di contrazione consecutivi, una serie negativa che non si verificava dal 1947. La crescita inoltre è stata la più forte dal dicembre 2007, il periodo in cui è stato identificato l'inizio della recessione.
Ma la prudenza è d'obbligo perché il Pil è cresciuto soprattutto grazie alle misure di sostegno pubbliche, perché i dati sull'occupazione sono ancora negativi e perché l'accesso al credito è ancora molto difficile per i consumatori e aziende. E il primo a moderare gli entusiasmi è proprio il presidente Barack Obama che saluta «l'indicazione che questa recessione si sta dissipando e che le misure che abbiamo preso hanno fatto la differenza», ma avverte che «abbiamo ancora una lunga strada davanti a noi prima di rimettere in piedi completamente la nostra economia e di riprenderci da quello che è stato il declino più lungo e più profondo» dai tempi della Grande Depressione».
«Il parametro che utilizzo per misurare la forza della nostra economia non è solamente se il Pil è cresciuto o meno - ha avvertito il presidente -, ma anche se si stanno creando posti di lavoro, se le famiglie riescono meglio a pagare i conti, se le nostre aziende stanno assumendo e vanno bene», ha detto Obama.
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