4 maggio 2024
Aggiornato 22:30
Occupazione in «crisi»

Draghi: «Con la crisi già persi 650.000 posti di lavoro»

Per il Governatore se ne perderanno altri entro fine anno. Berlusconi: «la ripresa è avviata, la sosterremo»

ROMA - La crisi ha toccato il fondo portandosi via 650 mila posti di lavoro l'anno scorso e altri ne mieterà entro fine anno. E non è detto che la debole ripresa in atto abbia la forza di camminare sulle sue gambe, ovvero senza il sostegno delle politiche economiche fino ad ora decise, a meno di avviare subito il cammino delle riforme. E' il messaggio lanciato oggi dal governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, intervenendo alla Giornata mondiale del risparmio.

BERLUSCONI: «IL PEGGIO E' PASSATO» - Anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è convinto che il peggio sia ormai passato e, in un messaggio, ha assicurato che il governo adotterà tutti i provvedimenti necessari per favorire il rilancio dell'economia reale. Il Governo, ha detto, adotterà «tutti i provvedimenti che si renderanno necessari a favorire l'uscita dalla crisi e rilancio dell'economia reale».

RISCHI PER L'OCCUPAZIONE - Tuttavia l'impatto della crisi sull'occupazione è stato forte ed è lungi dall'essersi esaurito. In un anno, ha detto Draghi, da settembre 2008 a settembre 2009, sono stati persi 650.000 posti di lavoro ed è probabile che negli ultimi mesi del 2009 ci saranno ulteriori perdite, ha affermato Draghi: «Registreremo presumibilmente ulteriori perdite di occupazione in questi mesi finali dell'anno».

«La fase più acuta della crisi - ha aggiunto - è superata: il Pil è tornato a crescere nel terzo trimestre, dopo oltre un anno di continua flessione. Tuttavia, se i sondaggi qualitativi delineano dalla primavera un quadro più favorevole, restano deboli i segnali quantitativi, soprattutto sulle componenti interne della domanda».

TREMONTI: «LA CRISI SI E' BLOCCATA» - Il ministro Giulio Tremonti registra con sollievo che l'Italia adesso si ritrova «allineata» a Francia e Germania nel confronto sull'andamento dei conti pubblici.

Considerando «la sostenibilità del debito pubblico e le altre componenti dinamiche - ha affermato Tremonti - l'Italia è allineata a Francia e Germania e ha una posizione più solida rispetto a Regno Unito, Spagna e Olanda». «E su molti altri indicatori - ha aggiunto il ministro - l'Italia sta meglio di Francia e Germania», nonostante «l'handicap» di partenza. La crisi, ha proseguito il ministro, «si è in qualche modo bloccata» soprattutto «grazie agli interventi degli Stati» da cui è arrivato «un messaggio di fiducia».