26 aprile 2024
Aggiornato 05:00
Il governo ha deciso di non correre rischi

Dl correttivo: domani voto fiducia in Aula Camera, ok giovedì

Tremonti: «Criminalità non userà scudo». Le opposizioni: «è amnistia»

ROMA - Voto di fiducia domani nell'Aula della Camera sul dl correttivo del decreto anticrisi. Il governo ha deciso di non correre rischi e mettere al sicuro il provvedimento che contiene anche lo scudo fiscale nella versione ampliata con il falso in bilancio. Durante il dibattito, Pd, Udc e Idv si sono iscritti a parlare in massa per accusare l'esecutivo di aver varato «un'amnistia mascherata». Mentre da un convegno, il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, affermava di ritenere che la «criminalità non utilizzerà questo strumento» e che le risorse andranno a «università, ricerca, cinque per mille, scuola e sociale».

Il voto di fiducia da parte dell'Aula della Camera ci sarà domani in serata e l'ok definitivo al provvedimento potrebbe arrivare già giovedì. Il provvedimento deve comunque essere convertito in legge entro sabato pena la decadenza.

Durante la discussione in Aula, il sottosegretario all'Economia, Alberto Giorgetti, ha tenuto a precisare che l'obbligo di segnalazione di operazioni sospette legate al rimpatrio o alla regolarizzazione dei capitali illegalmente detenuti all'estero da parte di intermediari e professionisti non è stato abolito dal «famoso emendamento Fleres» approvato dal Senato. Giorgetti ha anche rivendicato che lo scudo fiscale-Ter è «in linea» con gli altri paesi Ue e «non è un'amnistia».

Rassicurazioni che l'opposizione respinge. «Lo scudo fiscale è riciclaggio di Stato - ha ripetuto il leader dell'Idv, Antonio di Pietro - Fino ad oggi i proventi di reati nascosti all'estero costituivano riciclaggio, come era previsto dalla legge. Da domani, da parte di questa maggioranza, di questo Parlamento e di questo Governo ci sarà un lavaggio industriale e si renderanno responsabili di un vero e proprio riciclaggio di Stato». Anche oggi, in Aula, i dipietristi sono tornati ad appelarsi al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, affinché non firmi.

Per il Pd, le dichiarazioni di Tremonti, «sono fatue» perché le modifiche intervenute in Senato hanno disposto «che le operazioni di rimpatrio o regolarizzazione non comportano obbligo di segnalazione di operazioni sospette di antiriciclaggio» e «non sono vere» perché l'emendamento Fleres comporta «effetti estintivi anche per i reati societari, fino al falso in bilancio».