6 maggio 2024
Aggiornato 12:30
Il fondo è il terzo detentore nel mondo di riserve auree

Il FMI vende 403 tonnellate d'oro, un ottavo sue riserve

Misura per dare stabilità al Fondo e finanziare prestiti

WASHINGTON - Il board del Fondo monetario internazionale ha deciso la vendita di 403,3 tonnellate di oro che rappresentano un ottavo del totale dell'oro in suo possesso, per finanziare prestiti ai Paesi poveri e soprattutto per dare stabilità al Fondo stesso. Il Fondo, un'istituzione della quale fanno parte 186 nazioni, è il terzo detentore nel mondo di riserve auree dopo gli Stati Uniti e la Germania.

Cina e Russia interessate - La vendita, secondo l'Fmi, verrà effettuata secondo modalità che limiteranno l'impatto sul mercato internazionale dell'oro, evitando così una brusca discesa del prezzo del metallo giallo. E potrebbe essere rivolta direttamente alle banche centrali dei suoi Paesi membri ma anche al mercato. Cina, India e Russia hanno già manifestato il loro interesse per tali acquisti allo scopo di ridurre la loro esposizione in titoli denominati in dollari.

Il direttore del Fmi, Dominique Strauss-Kahn, si è detto soddisfatto della decisione sottolineando come come «il board ha dato il suo schiacciante sostegno a una vendita di oro rigidamente limitata nel tempo per mettere le finanze del Fondo in una condizione di solidità a lungo termine.

Finanziamento del Fmi - La decisione dell'istituzione giunge pochi giorni prima del vertice G20 di Pittsburgh, negli Stati Uniti, che riesaminerà il finanziamento del Fmi, e del vertice annuale Fmi all'inizio di ottobre a Istanbul. I capi di stato e di governo del G20 nello scorso mese di aprile avevano approvato le vendite auree del Fondo nel quadro di un impegno a fornire fino a 6 miliardi di dollari in prestiti concessionali a Paesi a basso reddito.

Parte del ricavato delle vendite di oro dovrebbe essere utilizzato per diversificare le fonti di reddito dell'istituzione costituendo un fondo di dotazione, come raccomandato da una commissione di esperti che nei mesi scorsi ha analizzato le finanze del Fondo. Un'esigenza emersa dopo che negli anni scorsi le finanze del Fmi sono entrate in tensione a causa del rimborso anticipato da parte di molti Paesi dei prestiti loro concessi dal Fondo che ha sua volta ha visto ridursi i propri introiti derivanti dagli interessi sui finanziamenti stessi.