28 marzo 2024
Aggiornato 10:00
Agroalimentare. Agricoltura

“Bonus-serre”: è possibile evitare l’incognita della Corte di Giustizia Ue

Ottenere un voto unanime dal Consiglio europeo cancellerebbe una richiesta insostenibile e dannosa

BRUXELLES - «Accanto al ricorso alla Corte di Giustizia Ue, iniziativa che, peraltro, giudichiamo in maniera positiva, in quanto da voi stessa sollecitata, il ministro delle Politiche agricole, alimentare Luca Zaia deve cercare anche di esplorare altre possibili vie, perchè può esserci il rischio che da parte dell’organismo comunitario possa venire una sentenza negativa nei nostri confronti».

E’ quanto sottolineato dal presidente delle Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi in merito alla questione relativa alla richieste della Commissione di Bruxelles della restituzione degli sconti sulle accise sul gasolio concessi dall’Italia dal 2000 al 2004 ai serricoltori.

«Ricordiamo al ministro Zaia, al quale va il nostro apprezzamento per l’impegno che sta producendo per salvaguardare il ‘bonus-serre’ per i produttori italiani, che c’è l’opportunità, a livello comunitario, di promuovere procedure che possono permettere di risolvere il delicato e complesso problema, che si attende il parere dei ai giudici Ad esempio, se la questione viene portata direttamente nel Consiglio europeo e il nostro Paese riesce ad ottenere un voto unanime, la richiesta dell’Esecutivo Ue verrebbe a cadere e, quindi, annullata. D’altra parte, in questo senso ci conforta un’analoga procedura portata avanti con successo dall’Italia nel 2000 nel settore saccarifero».

«Invitiamo, dunque, il ministro Zaia a cercare di sviluppare una specifica azione in tale direzione, proprio per evitare l’incognita del giudizio della Corte europea. Un pronunciamento negativo -aggiunge il presidente della Cia- sarebbe, infatti, un colpo mortale per i nostri produttori in serra. La richiesta dell’Ue, se divenisse realtà, metterebbe, infatti, a rischio il futuro di migliaia di imprese agricole che si troverebbero a sostenere costi enormi che porterebbero in breve tempo al tracollo».

«L’agevolazione -ricorda Politi- fu introdotta per contenere i pesanti effetti del caro-gasolio ed è assurdo che un produttore che legittimamente ha beneficiato bonus, frutto di una norma nazionale, debba oggi rimborsare somme perché la norma è stata considerata in contrasto con il regime di concorrenza, dato che, secondo Bruxelles, si sarebbe consumata una discriminazione fra produttori che coltivano in serra e quelli che operano in pieno campo. Una motivazione che è contestabile sotto ogni punto di vista».

«La richiesta europea -conclude il presidente della Cia- va, quindi, respinta con la massima decisione. E al ministro Zaia confermiamo tutto il nostro sostegno in questa difficile battaglia. Si faccia, pertanto, il possibile perché il Consiglio europeo si pronunci positivamente e scongiuri una sentenza che non appare affatto scontata».