Marcegaglia: «Il peggio è passato, ma temo per l'autunno»
«Non sarà sempre come Innse. Gabbie salariali propaganda»
ROMA - «I timidi aumenti del prodotto interno lordo di Francia e Germania sono importanti perché non erano scontati: significa che abbiamo finalmente toccato il fondo. Ma la crisi non è alle nostre spalle»: lo afferma la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia.
«Per recuperare i livelli di produzione pre-crisi ci vorranno anni». Dovremo attraversare tempi di austerity «difficili, complicati e dolorosi». E a settembre, avverte Marcegaglia, «ci saranno aziende costrette a chiudere».
«Il 2009 si chiuderà comunque con un calo del Pil del 5%. Guardo alle notizie di queste ore - afferma Marcegaglia in un'intervista alla Stampa - con lo sguardo disincantato di quegli imprenditori che chiuderanno i bilanci con cali del fatturato del 30, 40, 50%».
Teme un autunno caldo? Come ha vissuto il caso Innse? «Non sarà caldo, certamente difficile. Quei lavoratori si sono comportati con civiltà: non hanno protestato creando problemi ai cittadini. Ma occorre essere consapevoli che casi di aziende costrette a chiudere a settembre ne avremo. E non sempre si troverà così in fretta un imprenditore pronto a investire nella riconversione. Dovremo tutelare il reddito di chi rischia di perdere il posto di lavoro senza impedire i necessari processi di ristrutturazione del sistema».
«Le gabbie salariali sono propaganda» - Dal governo Marcegaglia si aspetta «cose concrete, non la propaganda che certuni hanno fatto in queste settimane su temi come le gabbie salariali. Mi aspetto ci aiuti a creare le condizioni per uscire dalla crisi avendo recuperato i divari di competitività che avevamo quando nella crisi ci siamo entrati». Qualche proposta? «Credo ci sarà bisogno di altri ammortizzatori sociali per chi perderà il lavoro. E` il primo modo per mantenere forte la coesione sociale».
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