Usa, la recessione rallenta le nascite, crollo dei bebè nel 2008
I più colpiti gli Stati con la più alta disoccupazione
NEW YORK - Da quando la recessione ha colpito l'economia a stelle e strisce gli americani fanno meno figli. Per la prima volta dal 2000 il tasso di natalità negli Usa è tornato in negativo a causa della frenata dell'economia che ha costretto le famiglie a tirare la cinghia e a risparmiare su culle e pannolini.
Flessione del 2% - Secondo i dati previsionali forniti dall'agenzia federale che segue la salute dei cittadini, nel 2008 la flessione nelle nascite è stata del 2%, a fronte del record di gravidanze segnato l'anno precedente che aveva raggiunto le cifre registrate negli anni '50 durante il baby boom. Secondo gli esperti il fenomeno è lo stesso rilevato durante la crisi petrolifera degli anni '70 e durante la Grande Depressione, quando le donne rinunciavano a fare figli a causa dei licenziamenti.
Solo i 10 Stati meno colpiti dalla crisi si sarebbero salvati dal crollo dei nuovi nati. Nel 2008 i «nuovi» americani sono stati 4,2 milioni, 68.000 in meno rispetto all'anno precedente. A dimostrazione che la recessione è direttamente collegata ai numeri del 2008 sono le nascite in California, uno degli Stati che ha registrato il più alto tasso di disoccupazione nell'ultimo anno e dove le iscrizioni all'anagrafe sono crollate del 2,6% in 12 mesi. Per il Golden State si tratta della prima frenata nel numero di nascite dal 2001. In Arizona invece, dove la disoccupazione è arrivata alla fine del 2008 all'8,7%, il calo nei nuovi nati è arrivato addirittura al 7 per cento, la stessa cifra registrata in Florida.
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